Sostegni, provvedimento necessario ma insufficiente

Un provvedimento necessario ma insufficiente, mirato a contenere le criticità con politiche passive difensive. La sintesi del decreto legge n. 41/2021 o decreto “Sostegni”, per come valutato dagli esperti della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro con la circolare n. 6/2021, potrebbe essere questa, scrivono i CdL.

Alcune misure soddisfano. Una su tutte il superamento dei codici Ateco quale metodo di selezione dei beneficiari.

Ma sul fronte delle norme lavoristiche, ad esempio, non s’è avverato il sogno di assistere ad un deciso intervento in materia di politiche attive, indispensabile leva per dare prospettiva e visione al decreto.

Norme confuse, termini incerti, proroga blocco dei licenziamenti senza interventi, per l’appunto, in materia di politiche attive.

Il Sostegni ricalca i Ristori

Insomma, anche il decreto Sostegni ha delle criticità. La Fondazione Studi, presentando una mini guida sul Corriere.it, afferma che il decreto in linea generale ricalca tempi e modi delle misure già adottate da inizio emergenza pandemica, sebbene con qualche modifica. L’impostazione di massima e la tecnica legislativa sono assolutamente identiche ai decreti “Ristori”, che non hanno brillato per chiarezza.

Sottolinea il Presidente Rosario De Luca, nella premessa alla circolare n. 6/2021: “il provvedimento non contiene elementi utili a definire una exit strategy dalla crisi economica pandemica”.

Il documento della Fondazione Studi analizza le novità del “Sostegni” su ammortizzatori sociali; licenziamenti; contratto a tempo determinato; lavoratori stagionali, dello spettacolo e dello sport; contributi a fondo perduto, riscossione delle cartelle esattoriali; somme dovute in base alle dichiarazioni dei redditi e Iva.

Fonte: Consulenti del Lavoro