Formazione, CdL: quadro e prospettive

Formazione: i Consulenti del Lavoro dedicano una quota parte delle proposte presentate al Festival del Lavoro agli interventi formativi necessari alla riqualificazione dei lavoratori e dei disoccupati.

Il nostro Paese – sostengono – sconta un ritardo notevole nei percorsi di formazione degli adulti e nella formazione professionale.

La formazione finanziata e messa in campo:

1. non riesce a migliorare la condizione occupazionale (ad esempio di chi lavora con contratti non standard);

2. non consente di aumentare i tassi di partecipazione al mercato del lavoro (in particolare di donne e giovani);

3. non interviene su quelle competenze ritenute fondamentali per alcuni settori strategici (competenze digitali o economia verde).

Formazione priorità del sistema Paese

La formazione deve essere ritenuta una priorità del sistema Paese verso la transizione ad un’economia più sostenibile e tecnologicamente più avanzata. In tale ottica, il Fondo Nuove Competenze (art. 88 del D.Lgs. 19 maggio 2020, n. 34) può rappresentare un importante banco di prova per il futuro nella parte in cui, previo accordo collettivo, prevede per i lavoratori:

– progetti formativi che contemplino la valorizzazione del patrimonio di competenze possedute dal lavoratore, anche attraverso servizi di individuazione o validazione delle competenze;

– la personalizzazione dei percorsi di apprendimento, sulla base della valutazione in ingresso, a partire dalla progettazione per competenze degli interventi coerente con gli standard professionali e di qualificazione definiti nell’ambito del Repertorio nazionale (art. 8 del D.Lgs. 16 gennaio 2013, n. 13);

– le modalità di messa in trasparenza e attestazione delle competenze acquisite in esito ai percorsi e dei soggetti incaricati della messa in trasparenza e attestazione, in conformità con le disposizioni definite ai sensi e per gli effetti del D.Lgs. 16 gennaio 2013, n. 13.

In tal senso, visto che i citati accordi collettivi dovranno individuare i fabbisogni del datore di lavoro in termini di nuove o maggiori competenze, in ragione dell’introduzione di innovazioni organizzative, tecnologiche, di processo di prodotto o servizi in risposta alle mutate esigenze produttive dell’impresa, e del relativo adeguamento necessario per qualificare e riqualificare il lavoratore in relazione ai fabbisogni individuati, sarà prioritario – ritengono i CdL – facilitare la formazione aziendale, tale da rendere le imprese, soprattutto quelle più tecnologicamente avanzate, sempre più responsabili del percorso di crescita e sviluppo del proprio capitale umano.