L’Intervista. Alemanno per redigo.info sulla sfida del nostro Fisco
Il Presidente dell'INT, Riccardo Alemanno, intervistato dal Direttore Alessia Lupoi
– Presidente, la categoria dei tributaristi che lei presiede ha puntato molto, nella Legge di Riforma fiscale, sulla nuova misura del concordato preventivo biennale. Dal decreto attuativo appena approvato in Consiglio dei Ministri è derivato il giusto dispositivo? Meglio: sarà chiaro alla platea dei beneficiari di questa agevolazione, come lei stesso ha chiesto che fosse durante il Congresso INT del 6 ottobre scorso, che il professionista intermediario abilitato è unico soggetto titolato a seguire e guidare il cliente contribuente all'interno del rimodulato concordato?
Credo, Direttore, che sia tutto il Paese a puntare molto sulla Legge di Riforma fiscale, un fisco più chiaro ed equo è un obiettivo che da anni la politica annuncia e che da altrettanto tempo è richiesto a gran voce da famiglie, imprese e professionisti, ma non è mai stato raggiunto. Speriamo che ciò si attui in questa legislatura. Infatti, come Istituto Nazionale Tributaristi, abbiamo accolto con estremo favore l'approvazione della Delega nel primo anno di legislatura; ciò permetterà di avere un ampio arco temporale per l'emanazione dei decreti attuativi. Cosa che sta avvenendo con una tabella di marcia dal ritmo serrato (i decreti legislativi già emanati ne sono la prova), ferma restando la consapevolezza che si tratta di una sfida di notevole difficoltà, data anche da una sedimentazione normativa che nel corso dei decenni ha reso tutto più complesso e farraginoso. Come tributaristi, abbiamo posto grande attenzione al rinnovato istituto del concordato preventivo biennale, il decreto attuativo che ne norma l'applicazione ne ha evidenziato alcuni aspetti che hanno necessità di approfondimenti. Mi auguro che ciò possa avvenire durante la discussione parlamentare, in particolare sulla revisione degli ISA, cioè gli indici sintetici di affidabilità fiscale che sono determinanti per poter accedere all'istituto, e sull' introduzione di un maggior lasso di tempo per poter valutare la proposta che giungerà dall'Amministrazione finanziaria. Sì, come tributaristi abbiamo da subito evidenziato come l'intermediario fiscale abilitato sia il soggetto che meglio conosce le peculiarità del proprio assistito, quindi è la figura professionale che potrà, con cognizione di causa, accompagnare il contribuente nelle scelte in tema di concordato preventivo biennale. Tutti gli intermediari fiscali devono poter gestire le fasi di questo patto tra contribuente e fisco. Non sarà semplice, ma noi faremo la nostra parte, attenti anche a rimandare al mittente richieste monopolistiche che andrebbero a danno sia del contribuente che della possibilità di una più ampia valutazione delle proposte che giungeranno dall'Agenzia delle Entrate.
– Mi aggancio all'ultima parte di questa sua prima risposta ricordando come negli ultimi mesi sia stato (e sia) necessario, Presidente Alemanno, ribadire tenacemente la professionalità del Tributarista associativo, garantita dalla Legge n. 4/2013. Soprattutto in relazione alla questione "Equo compenso". Perché? Rispetto a quale fraintendimento o strumentalizzazione?
Grazie per questa domanda perché tocca un argomento che mi sta molto a cuore. L'attestato di qualità è una forma di garanzia di professionalità del tributarista e di tutela dell'utenza ed è da oltre 10 anni che i tributaristi che rappresento se ne possono fregiare ai sensi della legge n. 4 del 14 gennaio 2013. Abbiamo voluto ribadire ciò, per evidenziare in modo chiaro e inequivocabile che, in ambito professionale, le garanzie date dal percorso ordinistico tradizionale non sono più le sole che possono essere indicate quali tutele del contribuente; ormai da anni il percorso del professionista associativo è, per legge, incentrato sulla deontologia e sulla tutela del proprio assistito. Nondimeno, non rimasto stupito di certe prese di posizione di chi avrebbe voluto escludere i tributaristi dall'equo compenso; certo, non condivido una sola parola di quelle utilizzate per richiedere l'esclusione delle associazioni di rappresentanza di questi professionisti dal confronto sul tema, così come non comprendo certi atteggiamenti assunti per salvaguardare la propria figura professionale, non si difende la propria categoria denigrando e osteggiando altri professionisti. Tengo poi a sottolineare, per evitare fraintendimenti, che per i tributaristi essere professionisti qualificati ai sensi della Legge n. 4 del 2013, non significa essere tuttologi, ma vuol dire dare garanzie di professionalità ai propri assistiti indipendentemente dal fatto che siano micro, piccole o grandi imprese. Lo abbiamo dimostrato accogliendo con favore l'indicazione legislativa degli avvocati, quali professionisti autorizzati a gestire la compliance collaborativa, prevista dall'ultimo decreto di attuazione della Delega fiscale. Riteniamo che tale istituto, molto rivisto rispetto a quello già esistente, richieda soprattutto una profonda valutazione dal punto di vista giuridico, pertanto saremo lieti di poter collaborare con gli avvocati per garantire la massima assistenza ai nostri clienti, sia per la parte giuridica che per quella fiscale. Ribadisco che i tributaristi sono professionisti qualificati, che non per questo pretendono di essere tuttologi.
– Ora il dibattito aperto sulla prossima Legge di Bilancio. Plauso della categoria tutta alla stesura in tempi rapidi e apprezzamento per l'equilibrio decisionale del Governo nonostante le difficoltà finanziarie che su essa gravano. Nel confronto con il Parlamento in fase di discussione e approvazione avreste proposto unicamente interventi a favore dell'equità per superare discriminazioni. Una su tutte, la tutela in caso di malattia ad una parte dei professionisti, non alla totalità. O, ancora, l'attenzione alle famiglie. Resta questo l'intento, Presidente?
Una Legge di bilancio molto limitata dalle condizioni del nostro debito pubblico e quindi dalle risorse finanziarie a disposizione, di cui abbiamo apprezzato l'attenzione alle famiglie anche se, come tutti, avremmo preferito che gli interventi sul taglio del cuneo fiscale e sui fringe benefit, circoscritti al 2024, fossero strutturali ma, ripeto, siamo in condizioni di forte indebitamento e credo sia necessario tenere sempre ben presente tale realtà. D'altra parte, gli analisti esteri pare abbiano apprezzato le scelte del Governo in tema di Legge di bilancio, quindi non un'analisi politica che non compete ai tributaristi e tanto meno a me, ma un'analisi tecnica. Che è positiva, anche per i tempi di emanazione e per la coerenza rispetto agli annunci. Una legge blindata a ulteriori impegni finanziari, per questo abbiamo depositato in Commissione bilancio del Senato, dove la si discute attualmente, solo proposte a favore delle famiglie, dell'equità e della semplificazione senza oneri a carico dello Stato o fornendo strumenti per acquisire coperture finanziarie. Coperture indicate, per esempio, proprio per supportare l'intervento a correzione della discriminazione legislativa in tema di tutela del professionista malato, che non deve prevedere differenze tra professionisti associativi e professionisti ordinistici. Il mio augurio è che Parlamento e Governo resistano alle inevitabili richieste che provengono da singoli settori e che prevalga la volontà di tutelare l'interesse generale.
Grazie, Presidente. Buon lavoro.
Alessia Lupoi