Conformità, non si tocchi l’esclusiva. E un settebello

Un "settebello" di proposte per la Riforma. Il Presidente de Nuccio: sull'esclusiva ricevute rassicurazioni dai vertici delle Istituzioni.

“Nel riscontrare l’ennesimo sterile tentativo di estendere la competenza ad apporre i visti di conformità tributari a soggetti non ordinistici, il Consiglio nazionale si è già attivato con i vertici delle Istituzioni interessate ricevendo rassicurazioni che, com’è naturale che sia, queste attività professionali permangano nella sfera di esclusiva dei Commercialisti, (…) sottoposti alla vigilanza del Ministero della Giustizia, a cogenti obblighi deontologici, all’obbligo di assicurazione, a codificati percorsi di formazione professionale continua”.

Così il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, in risposta all’ordine del giorno presentato da alcuni parlamentari.

Certificazione: esclusiva di chi (solo) può offrire garanzia

“L’attività di certificazione tributaria, peraltro ampiamente prevista anche nella Legge Delega di riforma del sistema tributario – continua de Nuccio – richiede che il professionista, a cui si delegano attività di estrema delicatezza anche nell’interesse pubblico, sia in condizione di offrire adeguate garanzie che solo il presidio degli Ordini professionali può assicurare”.

Il settebello che contribuirà al dibattito parlamentare

In vista della scadenza del termine per la presentazione di emendamenti alla Legge Delega (venerdì prossimo), la categoria al cui timone si trova il Presidente de Nuccio ha elaborato diverse proposte di costruttivo contributo al dibattito parlamentare in corso, delle quali il nostro giornale ha fornito parziale riscontro nella passata settimana. Di seguito:

l’istituzione del Garante nazionale del contribuente, che sia “dotato di autonomia organizzativa ed economica, per rendere più incisiva la figura di garanzia prevista dallo Statuto dei diritti del contribuente”, chiosa il tesoriere con delega alla fiscalità del CNDCEC, Salvatore Regalbuto;

la richiesta di abrogazione del contributo per l’ammissibilità delle istanze di interpello;

l’estensione del regime forfettario ai redditi di partecipazione in società di persone e associazioni professionali e imprese familiari, che – spiega ancora Regalbuto – nell’attuale formulazione di legge rappresenta “un incentivo alla disaggregazione” che tuttavia, con accorgimenti tecnici, può essere superato;

la possibilità, in via opzionale, di determinare con criteri di cassa il reddito delle Società Tra Professionisti (STP);

la revisione della disciplina IVA, anche sanzionatoria, in caso di errori di fatturazione o di applicazione dell’imposta in misura superiore a quella effettiva;

il potenziamento degli effetti premiali connessi alla c.d. cooperative compliance;

la previsione della possibilità della trattazione in presenza delle udienze anche in caso di controversie demandate al giudice monocratico.

Questo “settebello” vuole, nelle parole di Regalbuto, “migliorare ulteriormente l’attuale impianto della Legge Delega”.

Torniamo al punto sull’Iva, sulle Società Tra Professionisti, sulla premialità e sulla presenza in udienza, rispetto ai quali Regalbuto conclude: “Anche una maggiore certezza delle regole per rendere effettiva e neutrale la detraibilità dell’IVA è una proposta di cui si avverte particolare necessità nell’ordinamento, così come appaiono ampiamente condivisibili la determinazione opzionale per cassa del reddito prodotto dalle STP, il potenziamento degli effetti premiali dell’adempimento collaborativo e la possibilità di mantenere le udienze in presenza in caso di controversie anche innanzi al giudice monocratico al fine garantire a pieno un adeguato contradditorio anche in sede giurisdizionale”.

Alessia Lupoi