PNRR, la sintesi del provvedimento approvato

È stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale n. 94 del 21.4.2023, la Legge n. 41 del 21.4.2023 di conversione del decreto legge n. 13/2023, recante: «Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune. Di seguito una sintesi.

Il provvedimento approvato

Il decreto prevede una complessiva rivisitazione del sistema di governance dell’intero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

In sintesi, le esigenze del PNRR

Rispettando i patti sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Governo avrà l’obbligo di curarsi degli investimenti PNRR per evitare la possibile recessione dell’anno prossimo. Nel 2023 è prevista una spesa di 40 miliardi di PNRR. Molti progetti e risorse sono destinati alla digitalizzazione del settore pubblico, della giustizia e del settore finanziario.

Molte ancora le lacune

Tra le misure che ancora risultano in stand-by, come le gare per i treni a idrogeno o la promessa della piantagione di alberi, al primo posto troviamo i bandi comunali non emanati per gli asili nido che frenano drasticamente l’occupazione femminile e aumentano la povertà minorile.

Semplificazioni, deroghe al Codice degli Appalti

Il Governo ha varato il nuovo Codice degli Appalti Pubblici, ma le semplificazioni chiedono di estendere il meccanismo a tutti i fondi del PNRR; l’inflazione infatti, ha cambiato di molto la spesa per le materie prime e a ciò sono legati appalti e cantieri. Significativo il problema degli anticipi: le imprese che si aggiudicano gli appalti possono chiedere anticipi fino al 30% per la realizzazione delle opere, ma gli acconti del MEF si limitano al 10%, creando problemi di liquidità alle aziende.

Investire nel PNRR

Vi è l’esigenza di una maggiore cura da parte del Governo circa gli investimenti PNRR al fine di evitare la possibile recessione dell’anno prossimo, soprattutto per i problemi legati all’immigrazione, alla sanità e al mondo della scuola e dell’università, succubi delle mancanza di riforme sulle strutture di accoglienza degli studenti.

Le spese inserite nel provvedimento

Nel 2023 si prevede di spendere 40 miliardi di PNRR che sono più di 2 punti di Pil.

Le spese ferroviarie sono quasi certe. Per quanto riguarda l’aggiudicazione degli appalti, è probabile che la spesa effettiva per le opere sarà facilmente visibile a breve. Infatti, per usufruire del fondo da 10 miliardi per la compensazione dell’aumento dei prezzi previsto per le opere PNRR, molte stazioni appaltanti si sono velocizzate nella pubblicazione dei bandi entro la fine dell’anno. L’accesso al fondo era condizione necessaria per aprire una gara con dei prezzi a base d’asta invitanti.

Sitografia

www.gazzettaufficiale.it

www.dottrinalavoro.it

www.redigo.info