Digital services tax alla cassa il 17 maggio

La digital services tax (l’imposta sui servizi digitali) è vicina al primo versamento, ritoccato dal decreto “Sostegni” (Dl n. 41/2021), che va effettuato il 17 maggio.

I nuovi termini per il versamento dell’imposta e per la presentazione della relativa dichiarazione sono stati fissati, rispettivamente, al 16 maggio (che slitta al 17 perché il 16 cade di domenica) e al 30 giugno.

Il differimento si applica anche ai termini che, in sede di prima applicazione della norma, erano stati prorogati (Dl n. 3/2021):

– al 16 marzo 2021, con riguardo ai primi versamenti;

– al 30 aprile 2021, per la presentazione della dichiarazione.

La digital services tax, introdotta dalla legge di bilancio 2019, è un’imposta pari al 3% dei ricavi derivanti da determinati servizi digitali realizzati da imprese di rilevanti dimensioni.

Il tributo è dovuto, a partire dal 2021, da imprese, anche non residenti, con ricavi globali pari ad almeno 750 milioni di euro, a condizione che abbiano conseguito almeno 5,5 milioni di euro di ricavi derivanti da servizi digitali realizzati in Italia.

Hanno completato la cornice normativa della neonata imposta le indicazioni sulle modalità applicative e altre precisazioni sulla norma introduttiva, dettate da un provvedimento e una circolare AdE.

Digital services tax, chi paga?

L’appuntamento riguarda, dunque, i “grandi contribuenti“, che dovranno effettuare il pagamento direttamente o tramite il proprio rappresentante fiscale, utilizzando il modello F24, sul quale dovranno riportare i codici tributo appositamente istituiti con una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate.

Sitografia: fiscooggi.it / agenziaentrate.gov.it