Economia digitale nel report Ocse sull’impatto su Iva, Gst, Fisco
Il report Ocse The Impact of the Growth of the Sharing and Gig Economy on VAT/GST Policy and Administration analizza a fondo i meccanismi dell’economia digitale e l’impatto che l’evoluzione spinta della sharing economy e della gig economy ha sui sistemi dell’Iva o delle Gst (goods and services tax) e sulle amministrazioni fiscali.
Ne realizza una puntuale ed interessante disamina l’organo di stampa dell’Agenzia delle Entrate.
Il ruolo centrale è delle piattaforme digitali su cui si muovono le sharing e gig economy; il suggerimento è di coinvolgerle per un’efficace evoluzione dei sistemi di tassazione delle imposte sui consumi ad opera delle autorità fiscali.
L’economia digitale evolve con sharing e gig economy
Il report constata che le attuali tecnologie hanno consentito la proliferazione di nuovi mercati sulle piattaforme digitali, che consistono in transazioni con oggetto la condivisione di beni o lavoro secondo modelli estremamente più flessibili rispetto a quelli tipici dell’economia tradizionale.
Nuove forme di mercato il cui successo è dirompente, tanto da mettere in discussione, in alcuni casi, il commercio tradizionale.
Impatto dirompente nei settori:
– trasporto;
– turismo e ospitalità;
– servizi professionali;
– finanza.
Questi cambiamenti – scrivono i giornalisti di FiscoOggi – sono strettamente connessi con la rapida ed ininterrotta evoluzione delle tecnologie digitali disponibili, elemento che complica la possibilità di definire un quadro regolatorio stabile e sollecita la necessità di azioni urgenti.
Le piattaforme digitali rendono possibile, su vasta scala, la messa a disposizione in favore di terzi, da parte di chiunque e dietro corrispettivo, di beni e prestazioni lavorative difficilmente collocabili all’interno degli ordinari schemi commerciali e normativi.
La grande diffusione di questi nuovi meccanismi di fornitura e fruizione di utilità rappresenta, quindi, una sfida per le autorità di regolazione; in particolare per i sistemi di tassazione come l’Iva o le Gst che hanno il proprio presupposto impositivo nel consumo. Le norme in materia dovrebbero riuscire ad intercettare questi mutamenti al fine di preservare il gettito fiscale, evitare distorsioni economiche e garantire la massima efficienza e semplicità gestionale per gli operatori.
Il suggerimento Ocse: costruire un apparato normativo
Nel report l’Ocse suggerisce alle autorità fiscali percorsi operativi per la costruzione di un apparato normativo ed amministrativo finalizzato alla corretta gestione fiscale del settore all’interno della propria giurisdizione.
E’, soprattutto, necessario adattare le analisi alla dimensione, alle caratteristiche e ai bisogni dello specifico mercato nazionale.
Sono diverse le misure adottabili, che spaziano dalla forte semplificazione degli adempimenti, all’imposizione di obblighi di raccolta dati. Fino all’ipotesi di coinvolgere le piattaforme nella imposizione stessa.
Un ulteriore suggerimento è di adottare modelli di accertamento fondati sull’analisi del rischio e costruiti utilizzando i grandi volumi di dati disponibili (reperibili anche imponendo obblighi di comunicazione alle piattaforme), nello scambio di informazioni tra le autorità fiscali e nella previsione di apparati sanzionatori efficaci e realmente deterrenti.
Fonte: FiscoOggi
Fonte: Ocse