Intelligenza Artificiale, redigo.info intervista gli ideatori di AI Week

Insieme a Pasquale e Giacinto, che trasferiscono competenze e trasmettono entusiasmo

Sull’Intelligenza Artificiale (AI) la Redazione di redigo.info mostra curiosità e grande interesse. Il direttore responsabile – Alessia Lupoi – ha intervistato Pasquale Viscanti e Giacinto Fiore, “sinergicamente” impegnati nel backstage di AI Week, la settimana dell’Artificial Intelligence che si terrà dal 10 al 15 maggio 2021, in seconda edizione.

L’evento è online su www.aiweek.it.

Alessia – Pasquale; Giacinto, sono stuzzicata da molti temi specifici sull’AI e dalle loro particolarità. Ne sottopongo un paio a voi perché mi diate una chiave di lettura.

Il contesto febbrile nel quale si sviluppano le soluzioni di Intelligenza Artificiale pone la questione, attuale e concreta, della protezione dei dati personali soggetti al trattamento automatizzato dei sistemi aziendali. Penso al GDPR del 2016 applicato dal maggio 2018, che ha adeguato la normativa alle nuove tecnologie assumendo l’ulteriore ruolo di armonizzare la normativa stessa a livello europeo attraverso un comune quadro normativo. Gli eventi pandemici hanno accelerato l’ingresso e lo sviluppo tecnologico dei sistemi dotati di AI, sempre più avanzati che, sì, portano con sé benefici, ma la gestione prudente del patrimonio informativo aziendale diviene a questo punto centrale. Il GDPR del 2016 è in grado di garantire un trattamento lecito dei dati per come vengono “maneggiati”? In altri termini, in caso di danni provocati sui dati da attività tipiche dei sistemi di AI, è individuata una responsabilità specifica?

Pasquale e Giacinto – Benvenuti! Quest’intervista dedicata all’Intelligenza Artificiale, al mondo degli algoritmi e, soprattutto, all’utilizzo dei dati impone un focus sulla privacy, su come vengono impiegati quei dati in tale realtà.

La tua domanda, Alessia, circa le possibili conseguenze dell’impiego dei dati di un’Intelligenza Artificiale e sull’attuale GDPR quale dispositivo di protezione e tutela dei nostri dati qui e in Europa – e se, come dire, sia all’altezza delle dinamiche evolutive soprattutto in ambito di AI – è davvero interessante.

Genesi di tutto è la raccolta dei dati. Ed infatti, è centrale fare in modo che i dati vengano raccolti nel modo giusto. Il che significa che dev’essere esplicito il consenso ricevuto da parte dell’utente, che sia ad esempio il cliente che può essere oggetto di trattamento dei dati all’interno di un algoritmo. Dopodiché, è importante che i dataset che vengono assegnati per la fase di training degli algoritmi non contengano al loro interno dei BIAS cognitivi: potrebbe creare discriminazione all’interno del trattamento che l’algoritmo fa, ad esempio nel decidere se assegnare o meno a Giacinto e a Pasquale un credito presso la propria banca oppure no. Ciò può essere determinante a partire dal dataset di training dell’algoritmo, passando poi anche dalla trasparenza che deve essere totale nei confronti dell’utente che utilizza un sistema di Intelligenza Artificiale.

Secondo gli attuali regolamenti, deve essere chiaro ed esplicito all’utente che sta utilizzando, che sta interagendo con una politica di AI. Occorre, dunque, grande attenzione da questo punto di vista, sottolinea Giacinto. Vorrei completare l’esaustiva risposta di Giacinto – continua Pasquale, ndr – dicendo che oggi l’Intelligenza Artificiale è vista come deve essere vista: un alleato per le attività che svolgiamo giornalmente; intanto attività di business, ma anche e soprattutto un utilizzo quotidiano e responsabile della tecnologia che va dall’uso degli smartphone alla navigazione online e passa dall’utilizzo dei dati. Con questa logica, con questi presupposti anche l’Intelligenza Artificiale potrà usare al meglio, tutelandoci, i nostri dati.

Investire oggi in Intelligenza Artificiale significa investire nel futuro, potenziando fin d’ora il proprio business.

Alessia – Leggo un contenuto promozionale del vostro ultimo libro “Intelligenza Artificiale spiegata semplice“, dove scrivete che molte aziende stanno facendo la differenza grazie ad un “alleato silenzioso“, l’Intelligenza Artificiale, che oggi è alla portata di tutti i manager ed imprenditori più lungimiranti e innovatori delle PMI italiane. Questo indica un buon livello di diffusione in Italia di questo paradigma tecnologico?

Pasquale e Giacinto – Grazie per l’occasione che ci dai, Alessia, di evidenziare come nel nostro libro “Intelligenza Artificiale spiegata semplice” un passaggio importante in una delle due prefazioni sia l’invito che rivolgiamo ai manager ad informarsi e a fare cultura e chiarezza sulle reali opportunità dell’Intelligenza Artificiale, che appunto consideriamo l’alleato silenzioso delle multinazionali.

L’AI è oggi alla portata delle Piccole e Medie Imprese italiane; viene anche fornita dalle eccellenze italiane, che producono Intelligenza Artificiale.

Non deve quindi essere più vissuta come una super-tecnologia nelle mani di un ristretto gruppo di imprese.

Piuttosto, oggi abbiamo la possibilità di integrare l’Intelligenza Artificiale in quello che facciamo. E’ evidente, tuttavia, che se si dispone delle risorse per fare ricerca e sviluppo sull’algoritmo di Intelligenza Artificiale ci si può distinguere dai competitor, fare qualcosa di diverso.

L’AI è uno strumento dalle grandi potenzialità, ma uno strumento: c’è chi basa la propria azienda su essa, chi no.

Possiamo ritenere questo un asset strategico per le aziende; muovere la leva dell’Intelligenza Artificiale potrebbe fare la differenza all’interno dell’azienda o nel settore in cui opera. Pensiamo ad Amazon, a cosa ha costruito grazie all’Intelligenza Artificiale; a Netflix, a cosa sta realizzando grazie all’Intelligenza Artificiale. Pensiamo a tutte quelle aziende che oramai hanno basato il loro business proprio sull’Intelligenza Artificiale.

Non è detto che tutti lo si debba fare ma l’alleato dei manager e degli imprenditori, la potenzialità, mette l’Intelligenza Artificiale nella condizione di lavorare per noi.

Come? Il primo step è senza dubbio quello di informarsi per guadagnare consapevolezza sulle opportunità che offre; il secondo è cercare di comprendere in che modo nella mia azienda, all’interno delle mie attività, un algoritmo può darmi una mano, può portare valore a quello che faccio; il terzo è innescare i meccanismi giusti, eventualmente collaborando con aziende (italiane!) che fanno Intelligenza Artificiale.

L’invito è continuare ad informarvi su questo tema. Insomma, noi siamo qui per questo.

Un caro saluto agli amici e lettori di redigo.info

Pasquale Viscanti – Giacinto Fiore