Assegno unico e universale

Sull'”assegno unico e universale” la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha pubblicato l’approfondimento del 9 aprile 2021, che fa il punto sulla nuova misura che dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio 2021.

La nuova legge n. 46/2021 (Gazzetta Ufficiale n. 82 del 6 aprile 2021) contiene la delega al Governo per l’adozione di uno o più decreti legislativi volti a “riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale”.

Con la denominazione “unico” si fa riferimento ad una misura che ha lo scopo di unificare e potenziare i contributi esistenti a sostegno delle famiglie con figli a carico.

L’assegno unico e universale spetterà a tutti per 21,6 miliardi

La misura – chiariscono i Consulenti del Lavoro nel documento – è indirizzata a tutte le famiglie con figli, senza distinzione tra lavoratori dipendenti ed autonomi, poiché il contributo economico mensile dipenderà dalla situazione economica del richiedente, così come risultante dall’indicatore ISEE, ma avrà probabilmente una componente fissa e verrà assicurato per ogni figlio minorenne e per ogni nascituro dal settimo mese di gravidanza.

L’assegno sarà, inoltre, compatibile con altre forme di sostegno, come il reddito di cittadinanza, e verrà riconosciuto sotto forma di credito di imposta o erogazione diretta della somma dovuta.

Sono a disposizione 21,6 miliardi tra risorse già stanziate in passato, nuove risorse previste dalla legge di Bilancio 2021 anche per i prossimi anni e minori costi derivanti dalle sei misure di sostegno al reddito che verranno sostituite dall’assegno unico.

L’assegno sostituirà, in particolare:

1) l’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori. Tale misura, introdotta nel 1999, prevede l’assegnazione di un importo mensile alle famiglie con tre figli minori di 18 anni a carico.

Nel 2020 la misura massima di tale assegno era di 145,14 euro mensili per 13 mensilità, spettante alle famiglie con ISEE inferiore a 8.788,99 euro (per 5 componenti);

2) l’assegno di natalità. Introdotto dalla legge di Stabilità 2015, riconosciuto per ogni figlio adottato o nato entro l’anno considerato e corrisposto fino al primo anno di età o fino al primo anno di adozione.

Il contributo previsto è scaglionato per fasce di reddito; nel 2020 era pari a 1.920 euro annui per famiglie con ISEE non superiore a 7.000 euro, di importo pari a 1.440 euro per un valore dell’ISEE superiore a 7.000 euro ma inferiore a 40.000 euro, pari a 960 euro per le famiglie con ISEE superiore a 40.000 euro.

A partire dal 2019, inoltre, per i figli successivi al primo l’importo viene aumentato del 20%;

3) il premio alla nascita o all’adozione. Introdotto con legge di Stabilità 2017, la misura consiste in un contributo una tantum per un importo pari a 800 euro, erogato in unica soluzione e spettante al compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione;

4) il fondo di sostegno alla natalità. Istituito con legge di Bilancio 2017 e con una dotazione di 13 milioni di euro per il 2020 e 6 milioni di euro a decorrere dal 2021, il fondo è diretto a favorire l’accesso al credito alle famiglie con uno o più figli fino a tre anni (o fino a tre anni di adozione) tramite il rilascio di garanzie a banche e intermediari.

Nel quadro di una più ampia riforma del sistema fiscale, inoltre, le seguenti misure verranno gradualmente superate o soppresse:

5) le detrazioni IRPEF per figli a carico. Esse spettano in misura inversamente proporzionale al proprio reddito e si annullano per redditi pari o superiori a 95.000 euro;

6) l’assegno per il nucleo familiare, nonché gli assegni familiari previsti dal testo unico delle norme concernenti gli assegni familiari. Introdotto nel 1988 e spettante per un importo che dipende dal reddito e dal numero dei componenti del nucleo.

Le misure di sostegno escluse, che ammontano a circa 2 miliardi, sono: i Bonus asili nido, i Congedi parentali e relative indennità, la Carta famiglia (attivata solo nel 2020) e il Fondo politiche per la famiglia (le cui risorse vengono utilizzate sia a livello centrale sia a livello locale).

L’assegno unico coprirebbe, quindi, quasi tutte le misure esistenti ad oggi.

Fonte: Consulenti del Lavoro