Digital Services Tax, ancora attesa

Slitta di qualche giorno il primo decreto economico – c.d. “Sostegno” – del governo Draghi.

Se l’impianto – strutturato in aiuti alle imprese, cartelle esattoriali, rifinanziamento di enti locali e sanità, misure per il lavoro – è condiviso, si sta mettendo a punto il dettaglio del nuovo sistema dei sostegni, che sembra ricordi i quattro decreti c.d. “Ristori”.

Va stabilito come spendere le risorse: i 32 miliardi di extradeficit autorizzati, oramai mesi fa, dal Parlamento.

Digital Services Tax: il MEF annuncia il “quasi rinvio”

Il decreto dovrebbe contenere il nuovo rinvio, annunciato dal Mef con un comunicato stampa del 9 marzo 2021 (n. 46), dei termini per il versamento della digital tax e per la presentazione della relativa dichiarazione. La modifica fissa i nuovi termini rispettivamente al 16 maggio e al 30 giugno dell’anno solare successivo a quello in cui si verifica il presupposto d’imposta.

I nuovi termini di versamento e dichiarazione si applicheranno anche in sede di prima applicazione della norma in luogo di quelli prorogati, rispettivamente al 16 marzo 2021 e al 30 aprile 2021, con il DL 15 gennaio 2021, n. 3.

L’imposta sui servizi digitali è stata introdotta dalla Legge n. 145/2018 (art. 1, c. da 35 a 50).

Rammentiamo che con la risoluzione n. 14 del 1° marzo 2021, l’AdE ha istituito i 3 codici tributo per il versamento, tramite modello F24, dell’imposta sui servizi digitali, cosiddetta DST – Digital Services Tax, gli eventuali interessi e sanzioni dovute in caso ravvedimento.

I 3 nuovi codici tributo sono:

– “2700” denominato “Imposta sui servizi digitali – articolo 1, commi da 35 a 50, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e s.m.”;

– “2701” denominato “Imposta sui servizi digitali – articolo 1, commi da 35 a 50, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e s.m. – interessi”;

– “2702” denominato “Imposta sui servizi digitali – articolo 1, commi da 35 a 50, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e s.m. – sanzione”.