Dimissioni volontarie, problemi di invio: procedura alternativa

​Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha precisato, con un comunicato stampa del 16 novembre 2020, che eventuali problemi nell’invio della comunicazione delle Dimissioni volontarie da parte dei soggetti abilitati, a seguito del passaggio a SPID, potranno essere risolti attraverso la seguente procedura:

– compilando il modulo cartaceo disponibile in pdf;
– inviando il modulo via PEC al datore di lavoro e, per conoscenza, all’indirizzo infosdv@lavoro.gov.it.

E’ invece notizia MLPS del 19 novembre 2020 che per i soggetti abilitati che dovessero incontrare ulteriori difficoltà, è possibile aprire un ticket direttamente attraverso l’URPonline inserendo nome e cognome, codice fiscale e soggetto di appartenenza al fine di accelerare la risoluzione delle anomalie.

Le dimissioni volontarie vanno presentate per via telematica. Infatti, a seguito delle riforme introdotte con il “Jobs Act”, a partire dal 12 marzo 2016 le dimissioni volontarie e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dovranno essere effettuate in modalità esclusivamente telematiche, a pena di inefficacia.

Dimissioni volontarie online: invio del modulo

​Ricordiamo, in via generale, che il lavoratore ha due alternative per l’invio del modulo:

1. può farlo autonomamente, tramite il sito del Ministero del Lavoro. In questo caso è necessario munirsi di SPID. Si potrà così accedere al form online che permetterà di recuperare le informazioni relative al rapporto di lavoro da cui si intende recedere dal sistema delle Comunicazioni Obbligatorie. Per i rapporti instaurati precedentemente al 2008, invece, il lavoratore dovrà indicare la data di inizio del rapporto di lavoro, la tipologia contrattuale e i dati del datore, in particolare l’indirizzo email o PEC. Nell’ultima fase dovranno essere inseriti i dati relativi alle dimissioni o alla risoluzione consensuale o alla loro revoca;

​2. rivolgersi a un soggetto abilitato (patronato, organizzazione sindacale, ente bilaterale, commissioni di certificazione, consulenti del lavoro, sedi territoriali competenti dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro) che avrà il compito di compilare i dati e inviarli al Ministero del Lavoro.