Fiscal monitor: report Fmi dedicato al Covid

Il Fiscal monitor di ottobre è dedicato all’emergenza Covid-19.

La pubblicazione del Fondo monetario internazionale, dal titolo Policies for the Recovery, illustra le politiche adottate dai vari Stati in periodo emergenziale, delineando una road map per il futuro e dando ampio spazio alle misure fiscali giudicate più adeguate per contrastare i danni economici causati dal virus.
 
Il report evidenzia come pandemia e lockdown abbiano costretto i Governi a mettere in campo circa 117mila miliardi di dollari (stime del Fondo monetario).

Gli strumenti adottati per sostenere imprese e contribuenti sono stati:

– tagli fiscali temporanei;

– sospensione della riscossione delle imposte;

– iniezione diretta di liquidità nei confronti di soggetti e categorie più gravemente colpiti;

– chiusure;

– aumento degli investimenti pubblici.

Nei Paesi con economie avanzate si è puntato sulla crescita dei settori green (Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea, Gran Bretagna) e sull’espansione delle infrastrutture digitali (Germania, Corea, Giappone).

La Germania ha anche introdotto una misura fiscale come il taglio dell’Iva per sei mesi a partire dallo scorso 1° luglio.
 

Fiscal monitor: la road map

Il report del Fondo indica una road map per le politiche fiscali, differenziate in ragione delle fasi della pandemia che lo Stato si è trovato o si trova ad affrontare: 

lockdown;

parziale riapertura;

alto controllo della pandemia a livello sanitario e avvio della ripresa dell’economia (fase ancora non sperimentata da tutti gli Stati).

Quali le migliori misure fiscali da adottare per fronteggiare l’emergenza?

Il rinvio temporaneo del pagamento di imposte e contributi risulta necessario in piena crisi per proteggere la liquidità di imprese e altri soggetti economici.

Nel periodo di riapertura questo rinvio va proporzionato in base al livello di ripresa raggiunto dall’economia e alle caratteristiche dei contribuenti.

Il taglio delle imposte, invece, non è consigliato durante la pandemia e la fase di lockdown: gioverebbe soprattutto a coloro che non hanno bisogno di maggiore aiuto in quel momento.

Anche nella fase di ricostruzione non sembra utile: gli eventuali beneficiari sarebbero meno propensi a spendere il potenziale reddito extra e i tagli favorirebbero le imprese che già hanno profitti.

Per l’Fmi questa ricetta appare più utile, invece, nella fase post-pandemia se inserita in un pacchetto di misure di stimolo all’economia e se indirizzata verso famiglie che hanno problemi di liquidità.

Nel report, alcune misure che riguardano le imprese – ad esempio l’ammortamento accelerato –  vengono considerate adeguate per incentivare la ripresa delle attività aziendali nella fase di ricostruzione e post pandemia; viceversa, sono poco efficaci se adottate in pieno lockdown.

Infine, l’aumento della progressività delle imposte risulta efficace nelle 3 fasi: nelle prime 2, è necessario soprattutto se le finanze pubbliche sono limitate; nella fase di ricostruzione, invece, se realizzate aumentando la tassazione dei redditi delle imprese che detengono profitti elevati, può portare maggiori entrate all’erario e mitigare eventuali tensioni sociali.

Fiscal monitor: maggiori investimenti pubblici

La parte conclusiva del report analizza il ruolo degli investimenti pubblici, oggi più che mai cruciali per garantire la ripartenza dell’economia.

Il report stima che un aumento degli investimenti da parte degli Stati pari all’1% del Prodotto interno lordo nelle economie avanzate e in quelle emergenti potrebbe:

a. aumentare il Pil di circa il 2,7%;

b. far crescere gli investimenti privati del 10%;

c. creare tra i 20 e 33 milioni di posti di lavoro.