Occupazione, resta il record ultracinquantenni. Poi chiamale attempate

Non solo resta; anzi, si consolida il trend. Fondazione Studi CdL, De Luca: il divario con la partecipazione maschile al lavoro rimane significativo, in particolare nel Mezzogiorno.

A gennaio 2024, l’occupazione femminile in Italia raggiungeva livelli record: oltre 10 milioni di occupate. Dato che inorgoglisce: comandano la crescita le fasce d’età adulte, in particolare le 55-64enni, che hanno registrato un incremento del 15,1% tra il 2019 e il 2023. Non che la componente “giovani donne” tra i 25 e i 34 anni non tenesse, aumentata del 2,4%. Per le under25 la crescita corrispondeva al 6,6%.

A distanza di un anno, nel 2025, la crescita si è accompagnata al miglioramento della loro condizione professionale e contrattuale; è, infatti, aumentato tra il 2019 e il 2024 il n. di: quadri; dirigenti; imprenditrici; occupate in professioni intellettuali; occupate in professioni tecniche;

In un dossier di marzo 2025 – Tendenze dell’occupazione femminile nel 2024 – la conferma del tasso di crescita delle lavoratrici over 55 si basa su dati Istat: + 2,3 per cento. Nel complesso, l’incremento netto di 227mila lavoratrici su 413mila nuovi occupati. In buona sostanza, le donne hanno determinato il 55% del saldo occupazionale dell’anno.

In quali settori resta la criticità della bassa occupazione?

De Luca: “Persistono criticità come il part-time involontario, il divario retributivo di genere e le difficoltà di conciliazione tra vita professionale e personale. Affinché questa crescita diventi strutturale, è essenziale rafforzare le politiche di sostegno all’occupazione femminile, promuovere l’accesso delle donne alle professioni più qualificate e ridurre le disparità territoriali. Il futuro del mercato del lavoro italiano dipenderà dalla capacità di valorizzare il talento femminile e garantire pari opportunità, creando condizioni favorevoli per una partecipazione piena e inclusiva delle donne nel mondo del lavoro”.

Segnali di sensibilizzazione. L’auspicio è che venga colta dal mondo del lavoro tutto nel segno dell’evoluzione del sistema aziendale, perché l’azienda è fenomeno concreto della vita economica che, perciò, muta, attraverso il tempo, nei suoi caratteri propri. Di conseguenza, varia – deve variare – l’evoluzione del suo concetto.

dir. Alessia Lupoi

Redazione redigo.info