CU, CdL: figli non a carico, sproporzionata la richiesta di codice fiscale
Nella
risoluzione n. 55 l'anomalia della richiesta del codice fiscale dei figli non a carico che percepiscono l'AUU. Necessaria? Sproporzionata
Il CNO dei Consulenti del Lavoro chiedono a mezzo lettera, all’Agenzia delle Entrate, “un intervento chiarificatore e risolutivo” in relazione alla criticità derivata dal documento di prassi n. 55/E (3 ottobre 2023), che dà l’indicazione di inserire comunque, nella Certificazione Unica 2024, il codice fiscale dei figli dei lavoratori anche se:
– non sono fiscalmente a carico;
– percepiscono l’Assegno unico e universale (AUU).
Sproporzionata perché?
Quella che l’Amministrazione finanziaria ritiene un’informazione indispensabile per riconoscere deduzioni e oneri sostenuti per i figli a carico, consentire l’elaborazione della dichiarazione precompilata, determinare le addizionali regionali Irpef, applicare misure di welfare aziendale per il 2023 (art. 40, DL n. 48/2023), si traduce – scrivono i professionisti – in un “adempimento sproporzionato a carico dei datori di lavoro sostituti d’imposta e dei Consulenti del Lavoro che li assistono, con evidenti criticità organizzative oramai al termine del periodo d’imposta 2023”.
Peraltro – affondano – la richiesta delle Entrate “si pone in contrasto con lo Statuto del contribuente e con i principi di semplificazione degli adempimenti contenuti nella Legge n. 111/2023 di delega per la riforma fiscale”.
Sarebbe perciò necessario individuare nuove modalità, che non vedano coinvolti i sostituti d’imposta. Che non facciano ricadere su essi e sui Consulenti del Lavoro adempimenti inconferenti.
Sitografia