Politiche attive, il ponte con il Marocco costruito da Cifa Italia e CdL

Una piattaforma online come infrastruttura finale. Un ponte. Costruito dalla rete diplomatica tra Marocco e Italia per unire domanda e offerta di lavoro, per assecondare i bisogni delle aziende nei due Paesi e favorire l’immigrazione regolare in terra nostrana.

Chi ha costruito il ponte della cooperazione?

E’ storica l’intesa che a fine settembre ha sancito – con firma a Venezia dell’ambasciatore del Marocco, Cifa Italia e le due Fondazioni Studi e Lavoro dei Consulenti di Rosario De Luca e Vincenzo Silvestri – l’avvio di incontri ufficiali per definire il modello del progetto. Il fondo Fonarcom chiuderà il cerchio di questo circuito, gestendo i corsi di formazione professionale e di formazione continua.

«Progetti di cooperazione sul lavoro come questo sono l’unica strada per affrontare il grande problema dell’immigrazione internazionale irregolare». Così Silvestri ha spiegato le prerogative del memorandum d’intesa 29.9.2023.

Fautore delle trattative di questi mesi (il progetto compie il primo passo ufficiale dopo esser stato presentato dall’associazione datoriale Cifa Italia e dal fondo interprofessionale Fonarcom il 30 giugno scorso, al Festival del Lavoro di Bologna) è Andrea Cafà, Presidente di Cifa Italia e Fonarcom.

Dice: «Grazie al memorandum firmato (…) a Venezia i lavoratori marocchini conosceranno la lingua italiana, le regole di sicurezza sul lavoro e avranno specifiche competenze».

Prosegue: “Auspico che il nostro progetto diventi una costola del Piano Mattei voluto dalla presidente Giorgia Meloni, perché Africa ed Europa devono rafforzare il loro dialogo in condizione di assoluta reciprocità e distanti da vecchie logiche predatorie, per puntare alla crescita e alla prosperità dei rispettivi territori”.

Aggiunge: “Chissà che questa esperienza non possa essere allargata ad altri paesi europei e dell’Africa. Crediamo fortemente nella costituzione di un’area mediterranea che dialoghi e costruisca comunità sostenibili e inclusive. Questa progettualità, avviata da soggetti privati che sviluppano servizi di interesse collettivo, è particolarmente idonea a promuovere la sinergia con le istituzioni ed è anche molto efficace nell’alzare i livelli dei servizi stessi destinati a imprese e cittadini”.

Centrale l’obiettivo di un modello di politiche attive cooperativo e virtuoso tra le imprese italiane e marocchine, che esprimeranno – avendone ora una certa “giuridicità” – il fabbisogno di personale qualificato. I lavoratori interessati, dietro corsi di formazione ad hoc, potranno viceversa candidarsi a una posizione lavorativa nell’impresa richiedente. La piattaforma sarà utile persino ai lavoratori italiani intenzionati a svolgere l’attività in Marocco, dove sono operative circa 600 imprese italiane.

Il protocollo firmato, lungi dal poter già definire competenze, modalità di costruzione e tempi di esecuzione del progetto sotteso, è dunque l’atto di nascita.

Alessia Lupoi – Direttore responsabile

Sitografia

www.cifaitalia.it