Proroga delle imposte, il no del Governo lambisce il nonsenso

Non c’è limite all’assurdo. La risposta al question time in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati non lascia perplessa, come scritto da grande parte della stampa specialistica, una sola categoria. Alla richiesta dei deputati, volta ad ottenere lo slittamento al 20 agosto 2023 (dal 31 luglio) dei versamenti delle imposte, l’Ufficio Legislativo del MEF, pur guidato dall’ottimo ministro Giorgetti, dà risposta che lambisce il nonsenso perché lontana da una ratio giustificativa della impraticabilità della proroga temporale: lo scorso anno la proroga non è stata concessa.

Step back. Sì che la data ultima non è stata procrastinata ma, recita il comunicato stampa ANC del 19 luglio scorso: “(…) ciò è avvenuto solamente per una coincidenza di date, che ha fatto sì che il termine scivolasse per forza di cose al 20 agosto cadendo, gli ultimi giorni utili, di sabato e domenica 30 e 31 luglio”. Il Presidente Cuchel aggiunge che questo “(…) non ha impedito la presentazione del NADEF nel mese di settembre 2022, come invece viene paventato per quest’anno, in caso di concessione della proroga”.

Egli stesso sottolinea come i sei anni addietro, nei quali la proroga è sempre stata concessa, non abbiano rappresentato un deterrente: la nota di aggiornamento del DEF (NADEF o equipollente) è stata sempre presentata nei tempi.

Ed è speranza di ragionevolezza. Speranza che sussistano margini di decisione in merito, che non solo la categoria chiede e aspetta per motivi più volte esplicitati.

Commenta Sergio Luciano, collega Direttore di Economy Magazine, in un suo articolo sulla riforma del Fisco che apprezzo per schiettezza: “Sappiamo che il Governo sta lavorando a una delega fiscale che dovrebbe rappresentare una specie di miracolosa guarigione dell’amministrazione più devastantemente inefficiente dello Stato, dopo la magistratura: il fisco. Ma intanto che ne pregustiamo i taumaturgici effetti, dobbiamo prendere atto del j’accuse dell’Associazione nazionale commercialisti sul sovraccarico normativo arrivato dall’Agenzia delle entrate a pochi giorni dalla scadenza dei termini per le dichiarazioni. Il fisco sbaglia oggi, il fisco è inapplicabile oggi, il disastro è quotidiano, alligna e peggiora giorno dopo giorno”.

Per il vero, il Ddl delega incontra il favore di numerose categorie professionali. La mancata proroga non anche.

Si riponeva fiducia nel Governo; si confidava nell’OdG che la Camera aveva approvato (e che impegnava l’Esecutivo Meloni a rivedere i termini), nella sensibilità verso chi sta dentro questi obblighi tributari oltremodo per adempiervi correttamente, sfidando le eccezionali temperature che hanno spinto ad un Consiglio dei Ministri che approvasse urgentemente un dl di misure senza precedenti per aumentare la platea dei lavoratori da tutelare, in più settori produttivi.

Dal nonsenso al sic stantibus rebus

Ebbene, tutti i contribuenti tenuti al versamento delle imposte derivanti dalle dichiarazioni dei redditi dovranno pagare perentoriamente entro il 31 luglio 2023 senza incorrere in sanzioni (c.d. termine lungo).

Laddove è prevista la maggiorazione dello 0,40% per superamento della scadenza, vanno tuttavia distinti i soggetti ISA e assimilati che hanno beneficiato del maggior termine del 20 luglio rispetto alla data originaria del 30 giugno. Per essi, la maggiorazione sarà calcolata in relazione a ciascun giorno di ritardo, non già all’intero periodo di proroga (come per la generalità dei contribuenti).

Pleonastico, a questo punto: si paga entro fine mese. Senza se, senza ma.

Alessia Lupoi