Consulenti: il lavoro al centro della ripresa
In un documento dal titolo “Competenze e strategie per la ripartenza. Il lavoro al centro della ripresa”, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha raccolto le numerose proposte di cui si è discusso durante il Festival del Lavoro.
Il documento è un excursus tra nodi e criticità che trasversalmente tocca i numerosi fronti aperti in materia d’occupazione.
Consulenti: lo smart working va attrezzato
Uno di quei fronti è la rivoluzione dello smart working che ha caratterizzato il 2020.
Lo strumento è partito in forma emergenziale e sperimentale, ma si è consolidato nel corso dell’anno ed è arrivato a interessare più di 7 mln di lavoratori.
Una modalità di lavoro che, tuttavia – scrivono i CdL – va “attrezzata” per garantirne la sostenibilità, in termini individuali e aziendali.
Ad oltre un anno dalla sua sperimentazione, emergono tutte le contraddittorietà di un modello che, se da un lato garantisce un maggiore work/life balance, armonizzando vita professionale e privata, dall’altro vede sconfinare i tempi di lavoro e segnare difficoltà crescenti nelle relazioni con colleghi, fino al rischio di marginalizzazione e disaffezione verso il lavoro.
Peraltro, proprio lo smart working potrebbe costituire un ulteriore elemento di differenziazione all’interno del mercato del lavoro, risultando per lo più adattabile a quei profili a medio/alta qualificazione cui corrispondono livelli formativi e retributivi più alti e che si troverebbero a beneficiare anche di una maggiore conciliazione tra vita privata e lavorativa.
Di contro, professioni a media e bassa qualificazione (addetti al commercio, trasporti, servizi,
etc.) sono esclusi da tale possibilità.
Questa differenza nell’accesso ha già avuto un impatto rilevante durante la prima fase di pandemia, differenziando tra chi ha potuto continuare a lavorare da casa e chi no, con conseguente impatto sulla tenuta dei redditi e sulla possibilità di conciliare meglio esigenze di vita e di lavoro.
Ed in effetti, l’esigenza espressa tra le aule del Festival del lavoro da poco tenutosi che redigo.info ha colto partecipando alle sessioni formative, è di una definizione contrattuale dell’Istituto del lavoro agile, o smart working, che divenga strutturale e che sia di qualità poiché il Legislatore ha, allora, dato un avvio pionieristico allo smart working che oggi deve consentire un accordo che lo disciplini nel dettaglio, un passaggio da situazione emergenziale a situazione di normalità.
Molto altro ancora nel documento, che invitiamo a leggere proprio in termini di proposte raccolte su questo ed altri temi del lavoro affrontati al Festival.
Sitografia: www.consulentidellavoro.it