Parità di genere, policies di governi nazionali da seguire

La recente pubblicazione Ocse “Advancing Gender Balance in the Workplace: a Collective Responsibility” illustra il risultato dell’attività svolta da un gruppo di lavoro dedicato (Gender Balance Network) dell’Fta (Forum on Tax Administration), cui ha preso parte l’Agenzia delle entrate italiana, e rendiconta le iniziative – riguardanti l’equilibrio di genere – promosse dagli Stati membri dell’Fta a seguito di un sondaggio lanciato un anno fa.

L’obiettivo del report è mettere a disposizione dei governi nazionali che desiderano colmare il divario di genere un set di iniziative già sperimentate da alcuni Stati membri del network.

Policies per la parità di genere

L’Ocse si concentra, in particolare, su iniziative di carattere legislativo intraprese dai diversi Stati:

– Canada (qui, un programma ponte con le università locali cui partecipa anche l’agenzia fiscale del Paese, favorisce l’inserimento lavorativo delle donne che posseggono competenze ingegneristiche, tecnologiche ed informatiche);

– Cina;

– Germania;

– Singapore.

La parità di condizioni tra donne e uomini viene perseguita da interventi di legge e iniziative di natura amministrativa: su questo fronte, il report evidenzia che in molti Paesi è prevista la predisposizione di piani finalizzati a promuovere la parità di genere.

L’esempio della Germania

La legge federale tedesca sulle pari opportunità richiede che ogni amministrazione elabori un piano quadriennale di azioni che vanno ad incidere su elementi chiave per il raggiungimento della parità:

  • livelli retributivi;
  • percentuale delle donne in congedo che partecipano alla formazione e allo sviluppo professionale;
  • rappresentanza delle donne nei vari ruoli organizzativi, suddivisi per l’anzianità di servizio.

Il piano, inoltre, individua gli obiettivi da raggiungere e il relativo action plan.

Quello americano

L’amministrazione fiscale statunitense ha sviluppato un piano strategico (Inclusive Strategic Diversity Plan) volto a sostenere, sia al momento dell’instaurazione del rapporto di lavoro sia nel corso della sua evoluzione, la parità di trattamento di tutti i dipendenti, garantendo, in particolare, che le donne, le minoranze, i veterani e le persone diversamente abili possano raggiungere tutti i livelli gerarchici dell’organizzazione.

Fare network

Diversi Paesi hanno creato dei network, utilizzati per implementare le iniziative partecipative.

1. L’Ato (Australian Taxation Office) ha creato nel 2018 un network che consente alle lavoratrici di condividere opinioni ed esperienze in materia di crescita professionale. La rete, inoltre, fornisce l’opportunità di avviare discussioni tematiche e proporre azioni atte a facilitare il conseguimento degli obiettivi previsti dal piano d’azione per l’uguaglianza di genere dell’amministrazione fiscale australiana.

2. L’amministrazione fiscale canadese (Cra Canada Revenue Agency) nel 2019 ha creato una piattaforma di connessione riservata alle donne, tramite la quale si possono affrontare diverse questioni concernenti le opportunità di carriera.

3. Infine, in Nuova Zelanda è stato istituito nel 2015 un meta-network di livello governativo, con l’obiettivo di consentire alle donne del settore pubblico di esprimere appieno il loro potenziale professionale. L’infrastruttura informatica, che riunisce oltre 96 istituzioni del settore pubblico, viene gestita da un ufficio centrale che ha il compito di promuovere e sostenere la comunità dei network a sostegno delle donne istituiti nell’ambito del settore pubblico.

Parità di genere e network. In Italia?

In Italia c’è la rete nazionale dei CUG (Comitato Unico di Garanzia), che oggi mette in collegamento i CUG di oltre 200 pubbliche amministrazioni diverse.

Il Cug dell’Agenzia delle entrate

Il CUG dell’Agenzia delle entrate adotta il “Piano d’azione positivo triennale”, che contiene misure volte a promuovere le pari opportunità, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, la flessibilità del lavoro e il benessere organizzativo. Redige, inoltre, una relazione annuale sulle condizioni del personale anche con riguardo all’attuazione dei principi di pari opportunità e non discriminazione, e propone all’Agenzia iniziative e soluzioni per il miglioramento del contesto lavorativo.

In questo scenario si inserisce l’iniziativa riguardante le “Linee guida per l’uso di un linguaggio rispettoso delle differenze di genere”, che punta a dare ulteriore impulso alla diffusione di una maggiore sensibilità, anche semantica, verso le questioni relative alla parità di genere.

Altra azione positiva è l’implementazione di  progetti di comunicazione interna per supportare il personale assente per lungo periodo, tra cui le dipendenti in maternità, nel reinserimento e nell’aggiornamento al momento del ritorno in servizio.

A tutela dell’integrità e della dignità delle persone, inoltre, nel 2014, l’Agenzia delle Entrate ha introdotto un Codice di condotta per la prevenzione e il contrasto alle molestie sessuali, al mobbing e a ogni forma di discriminazione, con l’obiettivo di proteggere la dignità e l’uguaglianza delle donne e degli uomini sul posto di lavoro e promuovere comportamenti ispirati ai principi di equità, rispetto, pari opportunità, collaborazione ed equità.

Fonte: Agenzia delle Entrate

Fonte: FiscoOggi