FMI, la mossa controcorrente della Germania: taglio dell’IVA
Nel Country report di gennaio 2021 dedicato alla Germania, l’FMI – il Fondo Monetario Internazionale – ha offerto indicazioni di carattere economico-fiscale: ridurre il cuneo fiscale sul lavoro; incrementare le agevolazioni tributarie per il settore Ricerca e Sviluppo.
Il rapporto traccia un bilancio positivo dei risultati della politica adottata dal Governo tedesco per affrontare l’emergenza pandemica nel corso del 2020.
Risultato di grande impatto ha dato, in particolare, il taglio momentaneo dell’Iva per ridurre i prezzi: uno tra gli strumenti principali del pacchetto di stimoli attivato.
Previsioni ottimistiche per il 2021
Le previsioni dell’FMI restituiscono un buon 2021 per la Germania, con una crescita del 2,9% del Pil con un rimbalzo connesso anche all’eliminazione di misure straordinarie (proprio come il taglio dell’Iva, voluto per tutelare il potere d’acquisto della cittadinanza).
Le indicazioni per promuovere la crescita economica della Germania sono, come più sopra accennato:
1. il taglio del cuneo fiscale sul lavoro attraverso, ad esempio, la riduzione della tassazione per determinate fasce di reddito. Per il Fondo questa misura aumenterebbe il reddito a disposizione delle famiglie e – considerata l’elevata propensione marginale al consumo del tedesco medio – stimolerebbe la domanda interna e lo sviluppo del mercato del lavoro;
2. gli incentivi fiscali per Ricerca e Sviluppo. A tal proposito, all’inizio dello scorso anno, in Germania, era stato introdotto un credito d’imposta fino a 500mila euro del 25% per un investimento massimo di 2 milioni. Questo tetto era poi stato innalzato a 4 milioni lo scorso giugno, al momento del varo del pacchetto di stimoli economici. Il Fondo propone di innalzare ancora questa soglia.
Ad ogni modo, nel 2020 “grazie al forte supporto macroeconomico l’economia tedesca ha mostrato un buon livello di resilienza, superiore a quello di altri paesi”, conclude l’FMI.
FMI sul taglio dell’Iva, un successo “sorprendente”
Nei cinque mesi tra luglio e dicembre 2020, l’aliquota standard è stata abbassata dal 19 al 16%, mentre l’aliquota ridotta – che si applica agli alimenti e alle bevande “di base” – è stata tagliata dal 7 al 5%. Riduzione dell’imposta che si sarebbe quindi tradotta quasi integralmente in una riduzione dei prezzi e sarebbe stata ancora più consistente in quei prodotti soggetti a una maggiore concorrenza.
Secondo l’Ifo, l’efficacia della scelta del governo tedesco, andata a beneficio dei consumatori e della domanda interna, sarebbe “sorprendente in quanto studi su altre riduzioni temporanee dell’Iva avevano consentito di osservare un trasferimento molto parziale della riduzione dell’aliquota ai prezzi”.
Fonte: FiscoOggi