Occupazione stabile: incentivi efficaci?
La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha analizzato gli incentivi introdotti negli ultimi anni dal Legislatore per promuovere forme di occupazione stabile, conseguentemente incrementando le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori, in particolare giovani e donne, nel nostro territorio.
Il dato comune delle agevolazioni che si sono susseguite in questi anni è la riduzione del carico contributivo posto in capo ai datori di lavoro.
Sull’occupazione stabile excursus della Fondazione Studi CdL
Ultimo intervento temporale è stato effettuato con la Legge di bilancio 2021 che, nei commi dal 10 al 15, ha disposto (con particolare riferimento all’occupazione giovanile stabile), per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato effettuate tra il 2021 e il 2022 l’esonero contributivo di cui all’art. 1, c. da 105 a 105 e 107, L. n. 2053/2017, riconosciuto nella misura del 100% per un periodo massimo di 36 mesi, nel limite massimo di importo di 6.000 euro l’anno, con riferimento ai soggetti che alla data della prima assunzione incentivata non abbiano compiuto il trentaseiesimo anno di età.
Altro esonero contributivo totale ha interessato, sempre nella Legge di bilancio 2021 (art. 1, commi da 16 a 19) l’assunzione di donne. Ma è un richiamo alla Legge c.d. “Fornero”, che nel 2013 prevedeva una riduzione del 50% dei contributi a carico del datore che assuma lavoratrici in determinate condizioni soggettive.
Oggi, in più, viene stabilito che l’esonero contributivo, nel periodo 2021-2022, si applichi nella misura del 100% dei contributi a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di importo pari a 6.000 euro annui.
Agevolazioni ripetute nel tempo. Sono utili?
Poiché le disposizioni che si sono succedute negli anni non rappresentano una novità assoluta, la Fondazione Studi si interroga sull’effettiva utilità di un provvedimento che, nella natura e nella logica di funzionamento, non si discosta molto da quelli introdotti negli anni più recenti, che sono molteplici e variano dalla decontribuzione triennale per le assunzioni a tempo indeterminato nel 2015, a quella biennale nel 2016, fino a più recenti provvedimenti, come l’esonero prettamente rivolto ai giovani.
L’analisi della Fondazione Studi CdL è dettagliata nell’approfondimento del 26.01.2021.