Italia alta in classifica sui servizi in cloud
L’Italia guadagna una posizione alta nella classifica europea sull’impiego del cloud: è quarta.
Eurostat – l’ufficio statistico dell’Unione europea responsabile della pubblicazione di statistiche e di indicatori di qualità a livello europeo per consentire confronti fra Paesi e Regioni – riferisce il dato positivo relativo all’anno scorso.
Il resto d’Europa mostra un approccio timido ai servizi in cloud, che usa in percentuale bassa.
Italia: 60 su 100 in cloud
Il nostro è un Paese lento a reagire all’innovazione, questo sì. Ma al pari di altri ambiti tecnologici, sul cloud computing le aziende italiane sono cresciute, molto cresciute. Ed ecco che ne è derivato il fiero risultato dell’aver scoperto una così ampia platea di imprese che lo utilizzano per altrettanto numerosi vantaggi.
L’adesione – a fine dicembre 2020 – ad un Ipcei con l’obiettivo di definire un comune approccio al cloud, è un chiaro segno delle intenzioni del Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli anche sul cloud.
Nel segno della cooperazione con il resto d’Europa, il ministero investirà in nuovi progetti nei settori del futuro:
idrogeno;
microelettronica;
cloud;
economia digitale.
Questi investimenti comuni si iscrivono nella volontà di promuovere un’ambiziosa strategia industriale europea, che affermi la sovranità e l’autonomia tecnologica dell’Unione europea.
Gli Stati membri concentreranno le loro azioni su investimenti congiunti, definendo un approccio europeo e lavorando su soluzioni tecniche e norme per promuovere servizi cloud interoperabili paneuropei.
E l’Italia, per voce del ministro, ha accolto con favore l’annuncio della Commissione europea di proporre una rinnovata strategia industriale proprio quest’anno.