Recovery plan: il Governo approva

Il Governo ha approvato la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che sarà inviata alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica al fine di acquisirne le valutazioni.

Lo ha reso noto il Consiglio dei Ministri con il consueto mezzo: comunicato n. 89 del 13 gennaio 2021.

Il Piano dovrà dare attuazione, nel nostro Paese, al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia da COVID-19.

L’azione di rilancio del Paese delineata dal Piano è guidata da obiettivi di policy e interventi connessi ai 3 assi strategici condivisi a livello europeo:

1- digitalizzazione e innovazione;

2- transizione ecologica;

3- inclusione sociale.

Recovery plan articolato in 6 missioni

Il Piano si articola in 6 missioni, che rappresentano “aree tematichestrutturali di intervento:

1- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;

2- rivoluzione verde e transizione ecologica;

3- infrastrutture per una mobilità sostenibile;

4- istruzione e ricerca;

5- inclusione e coesione;

6- salute.

Le risorse complessivamente allocate nelle 6 missioni del PNRR corrispondono a circa 210 miliardi di euro. Di questi:

– 144,2 miliardi finanziano “nuovi progetti”;

– i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere” che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del PNRR, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa.

Recovery plan: la strategia del Governo

Con il Piano, il Governo intende massimizzare le risorse destinate agli investimenti pubblici, la cui quota supera il 70%.

Gli incentivi a investimenti privati sono pari a circa il 21%.

Impiegando le risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 non ancora programmate, è stato possibile incrementare gli investimenti di circa 20 miliardi per nuovi progetti in settori importanti, che comprendono la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l’infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.

I singoli progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi, a maggiore impatto sull’economia e sul lavoro. A tali criteri è stata orientata anche l’individuazione e la definizione sia dei “progetti in essere” che dei “nuovi progetti”. Per ogni missione sono indicate, inoltre, le riforme necessarie a realizzarla nel modo più efficace.

Il primo 70 per cento delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023. Il piano prevede inoltre che il restante 30 per cento delle sovvenzioni sarà speso tra il 2023 e il 2025. I prestiti totali aumenteranno nel corso del tempo, in linea con l’obiettivo di mantenere un livello elevato di investimenti e altre spese, in confronto all’andamento tendenziale. Nei primi tre anni, la maggior parte degli investimenti e dei “nuovi progetti” (e quindi dello stimolo macroeconomico rispetto allo scenario di base) sarà sostenuta da sovvenzioni. Nel periodo 2024-2026, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti.

Il PNRR impatterà positivamente sulle principali variabili macroeconomiche e sugli indicatori di inclusione, equità e sviluppo sostenibile attraverso i maggiori investimenti che attiverà direttamente e indirettamente e le innovazioni tecnologiche che introdurrà e stimolerà.