Dignità del lavoratore, interviene il Garante

Lede la dignità del lavoratore dover tenere a vista sulla scrivania scatole di “medicinali e assorbenti”.

Il Garante per la protezione dei dati personali (newsletter n. 471/2020) interviene su segnalazione per interrompere il mancato mantenimento di un adeguato livello di privacy e ordinare alla società responsabile il pagamento di una sanzione pecuniaria e l’adozione di misure correttive che conformassero alla normativa privacy.

A nulla è valso, per l’Autorità, il regolamento aziendale con cui – si è difesa la società – intendendo garantire la segretezza dei dati trattati per conto dei clienti è stato disposto il divieto per i dipendenti di portare con sé borse, telefoni cellulari o altri dispositivi elettronici nonché, per l’appunto, “l’obbligo di tenere a vista sulla scrivania scatole di medicinali e assorbenti”. 

Delicato ed esaustivo un passaggio dell’Ordinanza: “… gli operatori addetti al call center in servizio presso la società sono stati tenuti ad esporre sul tavolo di lavoro oggetti prettamente personali quali medicinali, presidi medici, assorbenti, salviette umidificate, che il lavoratore utilizza nel corso della prestazione lavorativa anche al di fuori delle ipotesi in cui è possibile recarsi previamente presso l’armadietto assegnato per prelevare tali oggetti di uso personale (in particolare al di fuori delle pause consentite di 15 minuti ogni due ore e nel corso della pausa pranzo).

“Ciò senza la possibilità di posizionare tali oggetti all’interno di astucci o comunque contenitori di piccole dimensioni al fine di sottrarli alla visibilità altrui (di colleghi e superiori gerarchici) con conseguente possibilità per costoro di apprendere, indirettamente, stati o situazioni personali o informazioni relative allo stato di salute estranei al contenuto della prestazione lavorativa e lesive della dignità e riservatezza del dipendente.”.

Dignità del lavoratore lesa, le conclusioni dell’Authority

L’Autorità ha dunque dichiarato illecito il trattamento di dati, ingiungendo alla società il pagamento di 20mila euro e ordinandole di conformare ai principi di liceità e minimizzazione previsti dal Regolamento europeo i trattamenti effettuati con un nuovo regolamento aziendale in fase di elaborazione.