CNDCEC: Superbonus della ricapitalizzazione delle imprese

“Nel Documento Programmatico di Bilancio 2021, il Governo stima di incassare tra il 2021 e il 2026 sovvenzioni UE a fondo perduto per complessivi 65,4 miliardi di euro. Appare cruciale che una fetta rilevante venga dedicata al sostegno degli investimenti privati, nella forma di incentivi alla capitalizzazione del sistema delle imprese”.

Nel corso dell’Audizione parlamentare sul c.d. “Decreto Ristori” del 6 novembre scorso, i Consiglieri nazionali dei commercialisti, Gilberto e Gelosa e Maurizio Postal, hanno illustrato la proposta già avanzata nei giorni scorsi dal presidente della categoria, Massimo Miani, di istituzione di un “superbonus della ricapitalizzazione delle imprese”.

“La capitalizzazione del sistema delle imprese costituisce un obiettivo primario per le imprese e per i suoi creditori, tra i quali, seppure indirettamente, è ormai molto forte il ruolo dello Stato, quale garante di ultima istanza verso il settore bancario, per gli ingenti prestiti che sono stati rilasciati con garanzia statale.

Un piano di incentivi alla ricapitalizzazione delle imprese, mediante le sovvenzioni UE, costituisce dunque il modo migliore per attuare una scelta win-win privato-pubblico, perché rafforza la solidità delle imprese e la loro capacità di rimborso dell’indebitamento, evitando al contempo allo Stato di dover intervenire con risorse proprie a copertura delle garanzie che verrebbero attivate dal sistema bancario nel caso in cui le imprese debitrici non fossero in grado di onorare i propri debiti”.

CNDCEC: Superbonus che funzioni con meccanismo semplice e incentivo premiante

Ma per funzionare “il meccanismo dovrebbe (…) essere estremamente semplice e l’incentivo estremamente premiante, come dimostra lo scarso appeal di strumenti simili recentemente introdotti, ma straordinariamente complessi e non sufficientemente premianti. Servirebbe un vero e proprio “superbonus della ricapitalizzazione delle imprese”, tale per cui, per ogni euro di aumento di capitale viene riconosciuto un euro di contributo pubblico (da appostare in una riserva di patrimonio netto non distribuibile), nella forma di credito di imposta cedibile a terzi, ivi comprese banche e istituti di credito (su modello superbonus edilizio)”.