Innovation Training Summit 2025. Intervista a Martina Lascialfari

L'obiettivo del Fondo per la Repubblica Digitale è colmare il gap in termini di competenze digitali, senza lasciare indietro nessuno

Il Direttore di redigo.info, Media Partner all’Innovation Training Summit 2025 che si è tenuto a Roma tra il 3 e il 4 aprile scorsi, ha intervistato Martina Lascialfari – Direttrice Generale del Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale, istituito con il decreto-legge n. 152 del 6 novembre 2021.

A.L. – Dottoressa Lascialfari, nel suo intervento al Summit parlava di Neet, donne, disoccupati, inattivi, lavoratori a rischio di disoccupazione. Un’ampia platea di persone da riqualificare. Il Fondo rivolge le proprie attività specialmente a loro, in ottica di formazione digitale?

M.L. – Sì. Il Fondo per la Repubblica Digitale ha proprio l’obiettivo di colmare il divario di competenze digitali che riguarda l’Italia. Esso è nato da una partnership tra pubblico e privato sociale; quindi, Governo e Fondazioni di origine bancaria rappresentate da ACRI. Dall’inizio dell’operatività dell’Impresa sociale, a giugno 2022, sono stati finanziati 131 progetti ed assegnati 69 milioni di euro, per raggiungere circa 74.000 persone.

A.L. – A chi, in particolare, sono rivolti i vostri progetti?

M.L. – Veda, Direttore, abbiamo finanziato progetti che si rivolgono a categorie della popolazione più fragili o che comunque presentano un gap significativo in termini di competenze digitali. I Neet, le donne, i disoccupati, gli inattivi e lavoratori a rischio di sostituzione, come ben ricordava. Però anche detenuti e operatori del Terzo settore, perché pensiamo che unicamente attraverso l’azione sulle competenze si possa rendere il processo di trasformazione digitale davvero equo ed efficace.

A.L. – Bandi che al momento avete attivi?

M.L. – Il Bando “vIvA”, cofinanziato dal Fondo per la Repubblica Digitale e da Google.org, per il sostegno di progetti di formazione in ambito IA nei settori del Made in Italy, a beneficio di persone vulnerabili. Si tratta di 2,6 milioni di euro. È aperto a organizzazioni non profit, enti pubblici, aziende che, insieme, possono realizzare progetti formativi digitali efficaci e professionalizzanti.

A.L. – Quando anche lei parla di lavoratori a rischio di sostituzione, dottoressa Lascialfari, intende lavoratori che nei processi produttivi, avendo a che fare con l’Intelligenza artificiale, con sistemi automatizzati, ritengono questi una minaccia, uno spauracchio?

M.L. – Certo che sì. L’Intelligenza artificiale è, allo stato, una tecnologia con un potenziale trasformativo inedito che intacca i processi produttivi, li modifica sostanzialmente. Il Bando vIvA è tra quelli che puntano a formare anche persone inserite nel mondo del lavoro, che tuttavia hanno bisogno di azioni di upskilling e reskilling, dunque di riqualificarsi.

Ed in effetti, l’obiettivo è porre i lavoratori nelle condizioni di affrontare e interagire con l’IA, non considerarla una minaccia, piuttosto uno strumento. Quello che noi diciamo è che il digitale deve essere un fattore abilitante, capace cioè di abilitare le persone a riqualificarsi, a modificare le proprie mansioni e intraprenderne altre con un valore aggiunto in ambito di produttività.

A.L. – Digitale come opportunità non come sostituto, dunque?

M.L. – Come opportunità. Per tutti. L’azione del Fondo è rivolta pure alle categorie fragili proprio per evitare che il processo di trasformazione digitale che viviamo e affrontiamo si riveli un processo controproducente, che esacerba le disuguaglianze anziché creare nuove opportunità di sviluppo.

Dir. Alessia Lupoi

Redazione redigo.info