PNRR, Meloni: revisione derubricata a slogan è ora realtà
Grazie, soprattutto, al ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, il Governo Meloni ha “registrato risultati straordinari sulla rimodulazione e sull’attuazione” del Piano.
“Ricordo ancora – afferma il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla Camera dei Deputati per le dichiarazioni in vista del Consiglio europeo – quando, nei mesi della campagna elettorale, la nostra annunciata volontà di intervenire per revisionare un Piano nato in un quadro economico e geopolitico completamente diverso da quello attuale, veniva così derisa, derubricata ad annuncio velleitario o addirittura bollata come una scelta irresponsabile. Abbiamo dimostrato che si poteva fare e che anzi si doveva fare ed è stato fatto”.
Bollata come “scelta irresponsabile che avrebbe portato l’Italia fuori dall’Europa”.
Non così, invece. Anzi. Si doveva fare ed è stato fatto. E la Commissione europea, si sa, ha approvato le modifiche al PNRR (settembre scorso).
Del lavoro svolto il primo ministro va fiero. Concentra le risorse nel sostegno alla crescita con un “percorso più incisivo di riforme e investimenti”.
Ed allora il nuovo PNRR è così declinato: 5,2 mld di euro dedicati a investimenti e infrastrutture, a partire da quelle energetiche e strategiche perché l’Italia possa diventare hub energetico d’Europa, ponte del Mediterraneo, ponte di collegamento fra l’Africa e il “Vecchio Continente”; 1 mld di euro per favorire l’accesso al mercato del lavoro, colmare il divario tra domanda e offerta di competenze professionali; 1,2 mld di euro per la ricostruzione delle zone alluvionate (partendo dall’Emilia Romagna); 12,4 mdl di euro dedicati alle Imprese.
Meloni: obiettivo Imprese raggiunto concentrandosi sulle risorse del nuovo Piano
Quasi dodici miliardi e mezzo di euro di incentivi alle imprese, dunque; dei quali 6,3 mld andranno alla Transizione 5.0, ovvero i crediti d’imposta per l’aiuto alle aziende sulla doppia transizione, ma anche il supporto alle Piccole e Medie Imprese per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili; 2.5 mld per sostenere lo sviluppo delle filiere strategiche per l’efficienza energetica; 2 mld per i contratti di filiera nel settore agricolo; quasi 1 mld per l’agrisolare; oltre 300 mln per rafforzare la competitività del settore turistico.
Era una follia. E’ realtà.
Alessia Lupoi