Cambiare occupazione. 3 milioni alla ricerca di un nuovo lavoro: i fattori scatenanti nell’indagine CdL

La voglia di cambiare occupazione, le dimissioni e i fattori scatenanti tale fenomeno. Tutto ciò è contenuto all’interno dell’indagine del 5 settembre della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. All’interno del documento, si legge un’analisi precisa ed attuale circa le motivazioni che spingono ogni anno, a settembre, milioni di lavoratori italiani a dimettersi.

Il motivo caratterizzante la voglia e l’effettivo cambio di occupazione fonda le proprie radici nella sempre più accentuata mobilità interna al mercato del lavoro che stravolge l’immobilismo del lavoro, che risultava oramai tradizionale nel nostro Paese.

Dati, stime e motivazioni

Settembre e dicembre sono i mesi più intensi e in cui si concentra il maggior numero di dimissioni volontarie; i lavoratori infatti sembrano spinti da diverse motivazioni: nuove opportunità che il mercato offre, concorrenzialità crescente delle imprese, ricerca di un maggior equilibrio tra vita e lavoro, nuova motivazione professionale.

Nel 2022, per esempio, si è toccato il record di dimissioni: 1 milione e 255 mila lavoratori a tempo indeterminato hanno lasciato il proprio lavoro. I settori maggiormente colpiti sono quelli delle costruzioni, dei servizi di informazione e comunicazione e dei settori della sanità e dell’istruzione.

Complessivamente, al momento, risultano essere più di 3 milioni i lavoratori italiani alla ricerca attiva di un nuovo lavoro.

“Insoddisfazione lavorativa”, nell’indagine si studiano i perché

Menzione speciale all’interno dell’indagine spetta ai giovani. Infatti, la domanda assai diffusa di mobilità lavorativa proviene proprio dai dipendenti e/o lavoratori più giovani. Tra loro, l’interesse nel “cambiare lavoro” persegue un malessere, ovvero quello di insoddisfazione professionale. Il 41% degli occupati che ha cambiato lavoro o che si appresta a farlo a breve, infatti, dichiara che il motivo prevalente sottostante questa decisione è la mancata soddisfazione per l’attuale condizione.

Ma non solo, sono anche altre le motivazioni:

  • ricerca di uno stipendio più alto;
  • riscoprire motivazione e nuovi stimoli;
  • miglior clima aziendale;
  • prospettiva di crescita e carriera;
  • maggior flessibilità organizzativa.

Sitografia

www.consulentidellavoro.it

www.redigo.info

Melania Baroncini