Intelligenza Artificiale, si dimette il pioniere. Ma come, proprio ora?

Proprio ora. Già, ora che l’affermazione dell’Intelligenza Artificiale in Italia prosegue senza soluzione di continuità. I progressi tecnologici e il Piano Strategico Nazionale ne confermano la centralità nella trasformazione digitale di filiere e settori produttivi. E il punto di vista delle imprese? Anche quello impenna.

Proprio ora Goeffrey Hinton, considerato il padrino dell’Intelligenza Artificiale, lascia Google per poter liberamente “parlare dei suoi pericoli”. Cala la notte sul mondo della tecnologia, lo fa quando le preoccupazioni di fondo sono sedate dal rumore tonante della rotta verso il futuro.

Lo scienziato settantacinquenne muove dalla considerazione di base (elementare, lasciateci passare) che le grandi realtà aziendali tecnologiche sottostimino i pericoli legati allo sviluppo di questa potente tecnologia e, anzi, che venga incoraggiata come se i nuovi sistemi di IA rappresentino la medesima “svolta epocale” già consumatasi con la diffusione di Internet nel ’90.

Non così per Hinton (e molti altri scienziati critici). Disinformazione, posti di lavoro saltati, scenari (non più lontani) di un’Intelligenza Artificiale in grado di pensare da sola scansando o, di più, schiacciando l’uomo.

L’incognita madre: chi ci dice che verrà utilizzata per scopi benefici? Hinton solleva il dubbio nell’intervista rilasciata al New York Times che fa, in queste ore, il giro della stampa mondiale.

Non pochi, non minimi, non trascurabili sono perciò i rischi per la società e per l’umanità. Piuttosto, sono profondi e denunciati da più parti.

Nel breve termine, non più nel lungo, l’IA può sottendere per poi, viceversa, manifestare, comportamenti inattesi dalle quantità di dati che analizza. Comportamenti incontrollabili, possibilmente. Fino a rappresentare una minaccia.

Lo spauracchio? Presto potrebbero essere più intelligenti di noi. Una bestia nera dietro l’angolo, a leggerla come Hinton.

Il dibattito si riapre. Non è più sicuro il “porto franco” del bene che può rendere in campo medico, o non è sufficiente.

Ai posteri.

Alessia Lupoi