Industria 4.0: iter di riforma

L’espressione “Industria 4.0” indica un processo generato da trasformazioni tecnologiche nella:

– progettazione;

– produzione;

– distribuzione

di sistemi e prodotti manifatturieri, finalizzato alla produzione industriale automatizzata e interconnessa.

In particolare, un’organizzazione basata sulla digitalizzazione di tutte le fasi dei processi produttivi: un modello di “smart factory” (fabbrica intelligente) del futuro, nel quale l’utilizzo delle tecnologie digitali permette di monitorare i processi fisici e assumere decisioni decentralizzate basate su meccanismi di autoorganizzazione, orientati:

alla gestione efficiente delle risorse;

alla flessibilità;

alla produttività e

alla competitività del prodotto,

che generano fruttuose sinergie tra produzione e servizi.

Nel 2016, il Governo pro-tempore presentò il Piano Nazionale Industria 4.0, un programma di interventi di sostegno all’innovazione tecnologica in chiave procompetitiva del tessuto imprenditoriale italiano, caratterizzato per la maggior parte da PMI operanti nel settore manifatturiero e da una bassa crescita della produttività.

Si era partiti in sostanza dalla considerazione per cui, per avere un impatto sul fiacco andamento della produttività, in Italia fosse necessaria un’ampia promozione degli interventi e delle competenze nel processo di trasformazione digitale e tecnologica del Paese. Gli investimenti nelle tecnologie dovevano essere accompagnati dallo sviluppo delle competenze in materia, posto che la frammentazione del sistema produttivo in piccole imprese determina un rallentamento del processo di digitalizzazione, in quanto gli investimenti isolati delle piccole imprese non possono beneficiare delle economie di scala o di un approccio coordinato.

Il Piano, il cui orizzonte temporale di sviluppo era il periodo 2017-2020, ha così delineato alcune direttrici strategiche di intervento, le quali sono state poi dettagliate nella Nota di aggiornamento al DEF 2016 e avviate in misura prevalente con la manovra di bilancio per il 2017 (D.L. n. 193/2016 e Legge n. 232/2016).

Nell’attuale legislatura, taluni interventi normativi hanno implementato, prorogato e poi riformato alcune delle misure di sostegno già introdotte. In proposito, si consideri che alcuni interventi hanno avuto la forma di contributi alle imprese per investimenti tecnologici e per lo sviluppo delle competenze digitali, altri la forma di interventi “indiretti” di sostegno all’accesso al credito per gli investimenti in tecnologie 4.0, altri invece carattere fiscale, assumendo prevalentemente la forma di sgravi di imposta.

Posto, dunque, che non esiste una definizione normativa di Industria 4.0, né un preciso elenco delle misure di sostegno che ad essa sono riconducibili, sono stati convenzionalmente ascritti al Piano Industria 4.0 i seguenti principali interventi legislativi, introdotti o implementati nelle legislature dal 2016:

super-ammortamento sui beni di I 4.0;

iper-ammortamento;

credito d’imposta per la ricerca, sviluppo e innovazione.

La riforma delle misure fiscali “Industria 4.0”

Le tipologie di incentivi fiscali “Industria 4.0”, all’esito del monitoraggio e delle valutazioni sulla loro efficacia, sono state – nell’attuale legislatura – oggetto di riforma, ad opera della legge di bilancio 2020 (L. n. 160/2019).

La revisione delle misure si prefigge di sostenere più efficacemente:

– il processo di transizione digitale delle imprese;

– la spesa privata in ricerca e sviluppo e in innovazione tecnologica, anche nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale e della tutela del Made in Italy, nonché

– la razionalizzazione e stabilizzazione del quadro agevolativo di riferimento in un orizzonte temporale pluriennale, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica. La finalità indicata dell’intervento riformatore è anche quella di rendere le misure fiscali del Piano già introdotte maggiormente fruibili dalle PMI, che caratterizzano fortemente il tessuto produttivo del Paese.

Piano Industria 4.0: statistiche e strategie

Tavoli di confronto presso il MISE, presieduti dal Ministro Patuanelli, ai quali hanno partecipato le associazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative, hanno preceduto la riforma. In apertura del Tavolo tenutosi il 13 novembre 2019, il Ministro ha illustrato i dati disponibili – relativi all’anno 2017 – delle principali misure agevolative (iper e super-ammortamento, credito d’imposta per le spese in ricerca e sviluppo).

Da tali risultati è emerso come il Piano Industria (o Impresa) 4.0 abbia premiato maggiormente le medie e grandi imprese rispetto alle imprese di minore dimensione. Inoltre, è stato sottolineato come dopo un 2017 record negli ordinativi interni di macchine utensili, si sia registrato a partire dal 2018 un progressivo calo degli ordini che si è andato ad accentuare nei primi nove mesi del 2019.

E’ stata dunque prospettata l’opportunità di un riassetto delle misure fiscali del Piano su una base di programmazione pluriennale, attraverso la trasformazione di iper e super ammortamento in credito d’imposta a intensità crescente, potenzialmente in grado – secondo le stime governative – di ampliare fino al 40% la platea delle imprese beneficiarie, incrementando così significativamente il numero delle PMI che accedono al beneficio.

Legge di bilancio 2020: nuovi crediti d’imposta

La legge di bilancio 2020, anziché prorogare al 2020 super-ammortamento e iper-ammortamento, ha introdotto un nuovo credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi, che opera ad aliquota differenziata in base alla tipologia di beni oggetto dell’investimento, ivi compresi i beni immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica secondo il modello Industria 4.0 (articolo 1, commi 184-197 della legge di bilancio 2020). Nello stesso provvedimento di legge è stato poi introdotto, per l’anno 2020, un nuovo credito d’imposta in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative a supporto della competitività delle imprese, sostitutivo del precedente credito di imposta in ricerca e sviluppo introdotto dall’articolo 3 del D.L. n. 145/2015. La nuova misura opera anche a sostegno di attività, quali quelle innovative di design e ideazione estetica per i settori del Made in Italy (articolo 1, commi 198-209).

Contestualmente, è stato prorogato al 2020 (periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019) il credito d’imposta formazione 4.0, rimodulando i limiti massimi annuali del credito medesimo ed eliminando l’obbligo di disciplinare espressamente lo svolgimento delle attività di formazione attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali.

 Principali iniziative. Impegno cumulato 2017/2020Impegno privatoImpegno pubblico
Banda Ultra Larga • 100% delle aziende coperte a 30 Mbps e almeno 50% delle aziende coperte a 100 Mbps, entro il 2020, tramite investimenti pubblici e privati6 €Mld6,7 €Mld – 2017/2020
Fondo Centrale di Garanzia • Riforma e rifinanziamento per l’anno 2017 del Fondo Centrale di Garanzia con focus su copertura investimenti I4.022 €Mld0,9 €Mld – 2017
Made in Italy • Forte investimento su catene digitali di vendita e incremento del supporto alle PMI (centri tecnologici, workshop, formazione)1 €Mld0,1 €Mld – 2017
Contratti di Sviluppo• Negoziazione ed erogazione di finanziamenti personalizzati in base alle esigenze specifiche delle imprese con priorità su progetti I4.02,8 €Mld1,0 €Mld – 2017
Scambio Salario – Produttività • Rafforzamento dello scambio salario produttività tramite incremento RAL e limite massimo somma agevolabileN/A1,3 €Mld – 2017/2020
TOTALE ~32 €Mld~10 €Mld

Fonte: MiSE

Fonte: Governo italiano