Tax policy reforms 2020 nel segno di cooperazione fiscale e tassazione digitale e ambientale

Il primo rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico dedicato alle misure fiscali adottate dagli Stati membri durante l’emergenza da Covid-19 – “Tax policy reforms 2020” – fornisce informazioni comparative sulle riforme fiscali avvenute nei vari Paesi Ocse, nonché in Argentina, Cina, Indonesia e Sud Africa, e traccia gli sviluppi e l’evoluzione della politica fiscale nel tempo.

Le risposte iniziali dei Governi si sono spostate (rispetto alle riforme precrisi basate sui tagli all’IRPEF per le famiglie a basso e medio reddito e sulla stabilizzazione delle aliquote standard dell’IVA), per indirizzarsi al sostegno al reddito per le famiglie e all’assicurare liquidità alle imprese. Il perdurare della crisi ha, però, indotto molti Stati ad impiegare interventi più energici.

Due di essi meriterebbero perseveranza:

  • il sostegno di impese e famiglie dovrebbe perdurare, secondo l’Ocse, per un periodo di tempo indeterminato;
  • occorrerebbe trasformare le riforme congiunturali in riforme strutturali.

Il testo evidenzia che dalle numerose richieste di una più equa ripartizione degli oneri nonché dalla pressione sulle finanze pubbliche dovrebbe, invece, derivare un nuovo impulso verso un accordo sulla tassazione digitale. E sarà un ruolo chiave quello che giocherà la cooperazione fiscale, per evitare che le controversie fiscali si trasformino in “guerre commerciali”.

Lo studio indica come priorità centrale per i Governi la riforma della tassazione ambientale. Le tasse sui combustibili inquinanti non sono, ci riporta l’Organizzazione internazionale, adeguate ai livelli necessari per incoraggiare il passaggio all’energia pulita e i Governi dovrebbero pertanto usare la leva fiscale per costruire un’economia più verde, più inclusiva e più resiliente.

In merito al livello di tassazione, il gettito fiscale (2018) varia in modo significativo tra le varie nazioni: da poco oltre il 10% (Indonesia) a più del 45% del PIL (la Francia è stata il Paese con il più alto rapporto fiscale/PIL con entrate fiscali pari al 46,1%, seguita da Danimarca e Belgio con il 44,9% e Italia, con poco più del 42%).

Tra le principali e più incisive riforme fiscali adottate, o in via di adozione, da parte dell’Italia, vengono ricordati, oltre alle misure emergenziali anti COVID:

  • l’obbligo di fatturazione elettronica;
  • la lotteria degli scontrini;
  • la precompilata IVA;
  • la tassa sulla plastica;
  • la riforma della tassazione degli immobili e delle piattaforme marine.