IRPEF, si scioglie il nodo aliquote

Sistemato dall'ultimo CDM il "pasticcio" della predisposizione delle dichiarazioni con il vecchio schema delle quattro aliquote

Il Consiglio dei Ministri del 22 aprile mattina ha approvato un decreto-legge – Disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF dovuti per l’anno 2025 – che introduce norme di coordinamento tra il D. LGS. n. 216/2023 (attuativo della delega sulla riforma fiscale) e la L. n. 207/2024 (Legge di bilancio per il 2025).

Dalla riforma del Fisco le aliquote sono tre, non più quattro

Si tratta di un correttivo che pone fine alla stortura già evidenziata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso CAF e addetti ai lavori, che avrebbe, nella predisposizione dei modelli per la dichiarazione dei redditi 2024, fatto riferimento all’imposta calcolata secondo le vecchie quattro aliquote IRPEF, mentre si sa che il nuovo sistema tributario ne prevede tre.

In seguito all’intervento in CDM n. 125, si conferma inoltre che i lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto IRPEF per il 2025.

Il correttivo sugli Acconti Irpef corregge dunque la svista tecnica, scongiurando un calcolo di acconti Irpef per il 2025 più alti del dovuto, che avrebbe generato un debito fittizio per chi ha già versato quanto richiesto con ritenuta d’acconto. Le tasse anticipate a seguito dell’errore sarebbero state recuperate solo un anno dopo. Dalla nota ufficiale MEF di marzo, sono scaturiti il decreto correttivo e circa 245 milioni di euro per rimediare con un nuovo meccanismo di calcolo in ragione delle tre aliquote di cui alla riforma.

Redazione redigo.info