Soglia minima e aumento delle risorse: così i commercialisti sul credito d’imposta ZES

“Rivedere il meccanismo di assegnazione delle risorse per il credito d’imposta destinato alle imprese che effettuano investimenti nella ZES unica del Mezzogiorno” e ancora “prevedere una soglia minima oltre la quale il credito effettivo non dovrebbe scendere”. Questa la richiesta che arriva direttamente dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti in seguito al provvedimento n. 305765 dell’Agenzia delle Entrate che ha determinato in 17,6668 per cento la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile da parte delle aziende.

Il credito d’imposta fruibile per le aziende si riduce al 17.6668 per cento rispetto alle percentuali previste dalla norma, molto più alte. Per questo motivo, oltre a mantenere il credito spettante, il Consiglio Nazionale definisce come necessario prevedere una soglia minima, oltre la quale non si può scendere. Ovviamente, questo dovrebbe comportare un aumento delle risorse messe a disposizione, attualmente ferme a 1.670 milioni di euro, che al momento sono risultate insufficienti dato l’elevato numero di richieste.

I numeri del credito d’imposta

Si pensi, ad esempio, ad una piccola impresa collocata in Calabria, Campania, Puglia o Sicilia ed una grande imprese abruzzese. Alla prima spetterebbe un credito teorico di imposta del 60 per cento sugli investimenti effettuati che si riduce, però, al 10.60 per cento (il 17.6668 per cento del 60 per cento). Alla seconda, allo stesso modo, spetterebbe un credito del 15 per cento, raggiungendo solo il 2.68 per cento dell’investimento iniziale.

Dimensione aziendaCalabria, Campania, Puglia, SiciliaSardegna, Basilicata, MoliseAbruzzo 
credito teorico – credito effettivo credito teorico – credito effettivo credito teorico – credito effettivo 
piccola60%-10,6%50%-8,83%35%-6,18%
media50%-8,83%40%-7,06%25%-4,16%
grande40%-7,06%30%-5,30%15%-2,68%
Nella tabella le differenze tra credito d’imposta previsto e quello effettivo

La tabella sovrastante riporta le significative differenze in termini di percentuali tra il credito di imposta atteso dalla normativa e quello che effettivamente alle aziende spetterà, data la diminuzione del 17,6668 per cento.

Si ricorda la modalità di calcolo definita dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, secondo cui, ai fini del limite di spesa, l’ammontare massimo del credito di imposta fruibile è pari al credito di imposta richiesto moltiplicato per la percentuale ottenuta rapportando il limite di spesa al complessivo dei crediti risultanti dalle comunicazioni validamente presentate. Nel caso specifico, il limite di spesa è rappresentato dalle risorse disponibili (1.670 milioni di euro) mentre il complessivo delle richieste validate tra il 12 giugno e il 24 luglio 2024 è risultato pari a 9.452.741.120 euro. Dunque, risulta impossibile rispettare le percentuali iniziali dinanzi a tanta richiesta e il credito d’imposta per le aziende che hanno investito nella ZES si abbassa automaticamente e drasticamente.

Il Consiglio Nazionale sulle necessità

Sulla base di tutto ciò, il Consiglio Nazionale ha espresso le sue perplessità, definendo come necessario, ai fini del risultato del beneficio, aumentare il limite di spesa e inserire una soglia minima di valore perché, in questo modo, le aziende che continueranno ad investire a febbraio 2025 potranno contare sulle risorse derivanti solamente dalle rinunce delle altre imprese.

A causa dell’elevato numero di richieste da parte delle imprese, il credito d’imposta si è ridotto in maniera significativa e il Consiglio, nelle parole di Antonio Repaci, confida in un aumento delle risorse da parte del Governo “per andare incontro alle esigenze degli imprenditori che investono in uno strumento fondamentale per il rilancio economico del Mezzogiorno”.

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