Fondazione, De Luca: sul Covid-19 creato un mostro giuridico

Se il virus pandemico ha messo democraticamente tutti sullo stesso piano, così non è stato per leggi emergenziali e decreti attuativi, responsabili di aver creato un “mostro giuridico” che la paziente dedizione professionale dei Consulenti del Lavoro ha tradotto in diritti e prestazioni.

Il presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, introduce l’Approfondimento del 1° settembre rubricato “Quarantena o malattia? Il diritto vale a momenti e per soggetti alterni“.

Il tentativo del Legislatore di creare condizioni di assistenza economica per tutti viene riconosciuto, questo sì, ma ad esso non ha fatto seguito altrettanta uguaglianza di trattamento.

Esempi pratici di come i dispositivi emergenziali abbiano creato il mostro

Concretamente, se ad esempio “da un lato è stata prevista la copertura degli ammortizzatori sociali anche per i dipendenti di aziende che normalmente non ne avrebbero avuto diritto, dall’altro medesima copertura non vi è stata per gli autonomi, che stanno ancora fronteggiando la crisi con risorse proprie.”.

Una bizzarria della nostra Italia, “un Paese bellissimo e strano”, “pieno di contraddizioni e controsensi”, nelle parole del presidente De Luca.

Altra stranezza evidenziata, che da qualche tempo anima il dibattito tra i professionisti del Lavoro: “… da un lato si è cercato di dare sostegno a tutte le famiglie erogando bonus e indennità, dall’altro si sono comunque create delle contraddizioni e delle incoerenze clamorose. L’ultima, in ordine di tempo, è legata alla gestione dei lavoratori del settore privato, obbligati a restare a casa perché potenziale contatto di un contagiato. Sino a questo momento, una opportuna quanto tempestiva norma li ha considerati assenti per malattia, equiparandone il trattamento; anzi, non prevedendo nessuno degli oneri abitualmente a carico del datore di lavoro. Ma ora, con intervento retroattivo addirittura al 31 dicembre 2020, non è più così. Motivo? Mancanza di fondi da destinare alla copertura della misura. Con l’effetto di avere dipendenti obbligati a stare a casa ma non retribuibili se non con modalità inusuali e, comunque, non a carico dello Stato.”.

Risultato: “…chi è obbligato da una legge a stare a casa, senza poter lavorare, non è egualmente ristorato. E ora sarà caccia anche al recupero delle somme già erogate nel corso del 2021.”.

Ricordate quanta letteratura, quanta norma e quante interpretazioni sono state dedicate alla categoria dei lavoratori fragili? Ebbene, anche questo delicato aspetto dei rapporti di lavoro nel nostro ordinamento ha uno spazio tra le contraddizioni evidenziate nell’Approfondimento della Fondazione Studi dal presidente De Luca.

Che rimarca: “…da inizio luglio anche i lavoratori considerati “fragili” non sono più indennizzati. Il tutto nonostante sia ancora in vigore una legge che sancisce il principio dell’equiparazione tra quarantena e malattia. Questo però riguarda solo i lavoratori del comparto privato. Nel comparto pubblico, invece, copertura assoluta per tutti: fragili e non, contagiati e isolati, smart workers e non. Tutti hanno la massima copertura economica.”.

Come non invocare “condizioni di disuguaglianza rispetto alla pandemia”?

Conclude l’Introduzione a firma del presidente l’osservazione: “Trovare le risorse per ripristinare questi diritti lesi è un principio di civiltà giuridica.”.

Consigliamo la lettura dell’intero Approfondimento a cura di Antonello Orlando, presente nella sezione Leggi e Prassi di redigo.info

Sitografia

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