Reddito di Cittadinanza, Catalfo: strumento cruciale

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, ha commentato il primo Rapporto annuale sul Reddito di Cittadinanza a partire dalle cifre in esso contenute.

La titolare del Dicastero ha messo in luce alcune particolarità della misura: “Il Reddito di Cittadinanza ha ricoperto da subito un ruolo importante. In questi ultimi mesi, con la pandemia in atto, è diventato uno strumento cruciale per aiutare le famiglie in difficoltà“.

Ha, poi, richiamato quanto esso faccia parte a pieno titolo dell’attuazione degli interventi previsti dal Pilastro Europeo dei Diritti Sociali.

Tra i numerosi interventi attuati, ha infine ricordato quelli specifici a favore delle donne, sia per la presa in carico sia per l’inserimento lavorativo.

Reddito di Cittadinanza (RdC): il Rapporto

Al primo anno di applicazione della misura (istituita nel 2019), il Rapporto evidenzia:

REDDITO DI CITTADINANZA

Al 30 giugno 2020 risultavano circa 1.430.000 i nuclei che hanno beneficiato della misura sin dal suo avvio (oltre 3.470.000 individui).

BENEFICIARI

Quanti sono e dove vivono

Nel 2019 la misura ha interessato oltre 1 milione di nuclei familiari, pari a più di 2 milioni 700 mila individui, con maggior incidenza nelle regioni del Sud rispetto al Centro Nord.

Sebbene in termini assoluti la gran parte dei beneficiari sia concentrata nelle regioni del Mezzogiorno, si osserva su tutto il territorio una notevole variabilità dell’incidenza a livello di ambiti territoriali.

Lo stato delle domande al 31 dicembre 2019

Al 31 dicembre 2019, la quasi totalità dei nuclei diventati beneficiari della misura nel corso del 2019 continua a ricevere il beneficio. A dicembre 2019, il 93,5% delle domande sono ancora in erogazione, mentre il restante 7,5% dei nuclei è uscito dalla misura nel corso del 2019, per eventi che hanno comportato la decadenza (ad esempio perché è cambiata la condizione economica del nucleo familiare) e in minima parte la revoca della domanda precedentemente accolta. 

La maggior parte dei nuclei ha fatto domanda di RdC nel mese di marzo 2019. Tra i nuclei con beneficio in erogazione a dicembre 2019 oltre il 50% sono entrati nella misura nel primo mese di attuazione, aprile 2019.

 Le caratteristiche della popolazione beneficiaria

Le donne sono maggiormente rappresentate tra gli individui beneficiari di RdC, soprattutto nelle classi di età centrali e in quelle più avanzate, tanto che tra gli individui beneficiari di Pensione di Cittadinanza (PdC) due su tre sono donne. 

I minorenni rappresentano oltre un quarto degli individui beneficiari, con un’incidenza sulla popolazione residente superiore al 7%.

L’incidenza è invece minima, pari al 2% tra gli anziani over 65.

La condizione di disabilità riguarda nel complesso il 4,5% degli individui beneficiari di RdC/PdC ed oltre il 25% della componente più anziana (over 75). Tra gli individui beneficiari di Pensione di Cittadinanza uno su cinque è in condizione di disabilità.

I nuclei beneficiari RdC sono sovra-rappresentati tra i nuclei mono-genitore residenti (28% a fronte dell’11% dei nuclei residenti), a scapito delle coppie senza figli (8% contro il 20%). Tra le tipologie familiari, quella con la più alta incidenza di nuclei beneficiari rispetto alla popolazione è la mono-genitore (9%). Le coppie senza figli risultano quelle che accedono di meno alla misura (1,5%).

Tra i nuclei beneficiari sono sovra-rappresentati quelli numerosi, l’incidenza rispetto ai nuclei residenti tende infatti ad aumentare al crescere della dimensione del nucleo, fino a toccare il 13% nei nuclei di 6 o più persone. Tra i nuclei monocomponente l’incidenza supera comunque quella media, anche per il contributo dei nuclei beneficiari di PdC, costituiti per il 90% da persone sole.

I richiedenti stranieri sono circa il 10%, si concentrano tra i beneficiari di RdC e sono prevalentemente di nazionalità UE.

IL BENEFICIO ECONOMICO

La maggior parte dei nuclei beneficiari di RdC/PdC (61,8%) riceve un beneficio economico mensile di valore superiore a 400 euro, con importi più elevati tra i percettori RdC che PdC.

Coerentemente con la finalità della misura, i nuclei beneficiari di RdC e PdC si concentrano tra i nuclei con più basso valore dell’ISEE, e dunque con una situazione economica di maggior disagio. Ben il 30,6% di nuclei beneficiari dispone di un ISEE pari a 0. Complessivamente, i nuclei con ISEE non superiore ad €.5.000 rappresentano il 90,3% dei nuclei beneficiari.

Un nucleo su quattro riceve, oltre alla componente reddituale, un’integrazione a sostegno del pagamento dell’affitto o, in misura significativamente meno rilevante, del mutuo.

La componente reddituale è legata, per via della scala di equivalenza, all’ampiezza del nucleo. Per i nuclei che non percepiscono contributi per l’abitazione, l’importo medio del beneficio reddituale è di 514 euro nel caso di RdC (dai 438 euro dei nuclei monocomponente, ai 650 euro per quelle con 5 o più componenti), 216 euro per la PdC (da 200 euro per chi vive solo a 370 euro per i nuclei di 3 o più persone).

INDICATORI POVERTÀ

Il Rdc/Pdc ha un forte impatto nella riduzione dell’intensità della grave povertà (soglia del 40% del reddito mediano) per i nuclei beneficiari: in media il gap a livello nazionale viene ridotto dell’83%, passando dal 67% al 12%.

La misura riduce l’incidenza di grave povertà (soglia del 40% del reddito mediano) tra i beneficiari Rdc/Pdc: fa superare questa soglia a 245.662 nuclei beneficiari. La maggior parte dei nuclei che superano la soglia di grave povertà sono Pdc e mono-componente, anche grazie ad una soglia di integrazione al reddito familiare in assenza di affitto più alta di quella dei beneficiari Rdc.

Per quasi metà dei nuclei Rdc/Pdc il beneficio economico è pressoché l’unica componente del reddito familiare: Per oltre il 40% dei nuclei il beneficio economico contribuisce a più del 90% del reddito annuo della famiglia. Il contributo del beneficio al reddito familiare diminuisce all’aumentare del numero di componenti del nucleo.

Tra il 2017 e il 2019, l’Italia ha raddoppiato la percentuale di popolazione che riceve misure di reddito minimo. Dal 2018, grazie al Reddito di Cittadinanza (RdC), la situazione in Italia è cambiata: il 5,2% della popolazione è ora coperto da una misura di reddito minimo, un aumento di oltre 3 punti percentuali.

Il confronto con gli indicatori di povertà mette in luce come la più alta incidenza di beneficiari nei nuclei numerosi rispetto alla popolazione residente, non sia completamente adeguata, a fronte all’elevata incidenza di povertà assoluta (19,6%) di questi nuclei familiari: nell’ambito dei nuclei beneficiari, i nuclei numerosi sono sovra-rappresentati in confronto alla loro peso tra i nuclei residenti, ma sotto-rappresentati rispetto al loro peso tra i nuclei in povertà assoluta.