Fisco, INT in Audizione. I temi? Gestione del magazzino e rate per i carichi

Nei giorni scorsi l’INT, Istituto nazionale dei tributaristi, ha sostenuto un’Audizione parlamentare sul tema della gestione del magazzino fiscale ad opera di Agenzia Entrate – Riscossione e sull’esame del Ddl n. 1375, rubricato “Disposizioni concernenti la rateizzazione di carichi fiscali”.

Su invito della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, presieduta da Massimo Garavaglia, i rappresentanti dell’INT – Presidente Riccardo Alemanno e Consigliere Salvatore Cuomo – hanno depositato una memoria con oggetto: l’impatto negativo del c.d. “magazzino dei carichi fiscali e contributivi” di Entrate – Riscossione sul bilancio dello Stato; l’apprezzamento del maggior numero di rate con cui poter onorare il debito erariale e/o contributivo; la maggiore tolleranza in relazione a eventuali rate non versate.

La nuova ipotesi di rateizzazione dei carichi fiscali e contributivi con le agevolazioni previste dal DDL AS 1375, che supera gli ostacoli e le criticità di precedenti rottamazioni, deve essere letta, a nostro avviso [scrivono i due alti rappresentanti INT, ndr], quale atto disposto dal Legislatore non solo per venire incontro ai contribuenti in difficoltà, ma anche a corollario della revisione delle sanzioni tributarie attuata con il D.Lgs. 14 giugno 2024, n. 87.”

Questa eventuale nuova edizione della rottamazione va letta, afferma Riccardo Alemanno, “come uno strumento volto a ridurre il ‘magazzino fiscale’, che costituisce un debito che grava sul bilancio dello Stato e quindi su tutti i contribuenti; […] nel contempo anche uno strumento che renda meno gravoso, ai contribuenti in difficoltà economica, sanare la loro posizione nei confronti dello Stato. Attenzione rivolta non solo al compendio di soggetti […] gravitanti nel mondo del lavoro autonomo, partite IVA e società, ma a tutti i cittadini contribuenti.”.

La rottamazione, aggiunge Salvatore Cuomo, “ha assicurato interessanti flussi di liquidità alle casse dell’Erario […]; anche in questa riedizione potrebbe alleggerire, facilitandola, l’azione di recupero dei circa 101 miliardi stimati quali effettivamente recuperabili e potendo […] destinare una più grande parte delle risorse disponibili della macchina della riscossione verso una più attenta gestione del corrente, così da evitare ulteriori accumuli del non riscosso. Bene, pertanto, un maggior periodo di dilazione delle rate (10 anni) e una maggiore tolleranza rispetto al numero di quelle non pagate (8). I dieci anni di rateizzazione rendono meno pesante l’importo della rata e più compatibile con gli obblighi correnti del contribuente. Ipotizzando un’ adesione che interesserebbe il 50% del valore stimato, con le relative Entrate ripartite in 10 anni come indicato nel DDL, oggetto di audizione, assicurerebbe alle casse dello Stato circa 5 miliardi l’anno che si sommerebbero agli ordinari flussi di entrata.”

Ora lo scenario individuato dal Presidente nazionale INT: ”La tolleranza per situazioni di difficoltà documentabili, dovrebbe essere applicata ex ante rispetto all’iscrizione al ruolo delle somme non versate. Se si vuole andare incontro al contribuente che ha dichiarato gli importi a debito ma non è riuscito a onorarli per situazioni soggettivamente e/o oggettivamente documentabili (es. ricavi verso la P.A. fatturati ma non incassati, ma ugualmente dichiarati e tassati per competenza, malattia del titolare nelle micro imprese, crisi conclamata di settore, ecc.), si dovrebbero attuare le cancellazioni di sanzioni e di interessi già nella fase collegata all’avviso di irregolarità. Il contribuente godrebbe dell’agevolazione nella fase di rateizzazione degli importi indicati sugli avvisi e l’Amministrazione finanziaria eviterebbe l’iscrizione a ruolo e ulteriori ritardi sull’incasso delle rate, senza andare a gravare ulteriormente sul c.d. ‘magazzino’. La tempestività è fondamentale per recuperare quanto dovuto allo Stato da parte degli Organi preposti, con interventi il più possibile a ridosso del mancato pagamento. I risultati positivi delle lettere di compliance dell’ Agenzia delle Entrate ne sono la dimostrazione.”

Nella memoria presentata, l’Istituto Nazionale Tributaristi affronta anche il tema della differenza fra chi, tra i soggetti passivi, pur non versando il dovuto non nasconde imponibile al Fisco e chi, viceversa in modo fraudolento, non dichiara ricavi, evidenziando però che se uno degli obiettivi è la riduzione dei carichi iscritti a ruolo, la rottamazione deve essere più ampia possibile.

dir. Alessia Lupoi

Redazione redigo.info