Divario retributivo di genere: nuove norme sulla trasparenza retributiva

Il Parlamento europeo e il Consiglio, da sempre in prima fila per il rispetto dell’uguaglianza, hanno mostrato ulteriormente il loro impegno per contrastare, si spera una volta per tutte, il divario retributivo di genere, pubblicando nella Gazzetta Ufficiale n. L132 del 17.5.2023, la Direttiva (UE) 2023/970 del 10.5.2023, volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione.

Trasparenza retributiva: condizione necessaria

La nuova direttiva sulla trasparenza retributiva, partendo dal presupposto che nella Ue le donne guadagnano, a parità di mansioni, in media il tredici per cento in meno degli uomini, introduce la fine del segreto salariale: i lavoratori avranno diritto a ricevere informazioni sulla retribuzione nella loro categoria di lavoro; sono previste sanzioni dissuasive, anche pecuniarie, per i datori di lavoro che non rispetteranno le regole; è previsto l’obbligo di intervento delle aziende con un divario retributivo di genere superiore al cinque per cento.

La disparità retributiva espone le donne a un maggiore rischio di povertà e contribuisce al divario pensionistico dell’UE, che nel 2018 si attestava intorno al trenta per cento.

Nuove norme risarcitorie

Nel testo normativo sono state introdotte disposizioni in materia di risarcimento per le vittime di discriminazione retributiva, come pure sanzioni, che comprendono ammende, per i datori di lavoro che non rispettano le norme.

Trasparenza: via libera alle informazioni

In base alle nuove norme i datori di lavoro avranno l’obbligo di fornire alle persone in cerca di lavoro informazioni sulla retribuzione iniziale o sulla fascia retributiva dei posti vacanti pubblicati, riportandole nel relativo avviso di posto vacante o comunicandole prima del colloquio di lavoro. Ai datori di lavoro sarà inoltre fatto divieto di chiedere ai candidati informazioni sulle retribuzioni percepite negli attuali o nei precedenti rapporti di lavoro.

Diritto di chiedere…

Una volta assunti, i lavoratori e le lavoratrici avranno il diritto di chiedere ai propri datori di lavoro informazioni sui livelli retributivi medi, ripartiti per sesso, delle categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore. Avranno inoltre accesso ai criteri utilizzati per determinare la progressione retributiva e di carriera, che devono essere oggettivi e neutri sotto il profilo del genere.

…obbligo di comunicare

Le imprese con più di 250 dipendenti saranno tenute a riferire annualmente all’autorità nazionale competente in merito al divario retributivo di genere all’interno della propria organizzazione. Per le imprese più piccole (con più di 150 dipendenti) l’obbligo di comunicazione avrà cadenza triennale.

In caso di divario retributivo

In caso di discriminazione retributiva basata sul genere:

  • è previsto per i lavoratori e per le lavoratrici interessati un risarcimento, compreso il recupero integrale delle retribuzioni arretrate e dei relativi bonus o pagamenti in natura;
  • l’onere della prova, nei casi di discriminazione retributiva, spetterà al datore di lavoro, il quale dovrà dimostrare di non aver violato le norme UE in materia di parità di retribuzione e trasparenza retributiva. In caso di violazioni, le sanzioni devono essere efficaci, proporzionate e dissuasive e comporteranno delle ammende.

Estenso il campo d’applicazione

D’esordio, nell’ambito di applicazione delle nuove norme, è l’inclusione della discriminazione intersezionale (fondata su una combinazione di molteplici forme di disuguaglianza o svantaggio, come il genere e l’etnia o la sessualità). La direttiva contiene inoltre disposizioni a garanzia delle persone con disabilità.

Storico sulla trasparenza retributiva

La trasparenza retributiva basata sul genere è sempre stata priorità fondamentale della strategia dell’UE: la Commissione ha pubblicato, il 4.3.2021, la sua proposta di direttiva. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico il 15.12.2022. Il Parlamento europeo ha adottato la direttiva nella plenaria del 30.3.2022. Il diritto alla parità di retribuzione tra donne e uomini per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore è sancito dall’articolo 157 TFUE e dalla direttiva 2006/54/CE sulla parità di retribuzione; tuttavia, l’attuazione e l’applicazione di questi principi si sono sempre rivelate difficili. In parte, ciò si deve al fatto che la discriminazione retributiva spesso non è nemmeno rilevata proprio a causa di una mancanza di trasparenza retributiva, il che impedisce alle vittime di presentare ricorso.

Raggiunta la meta

La direttiva sulla trasparenza retributiva è finalmente entrata in vigore con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Ora, gli Stati membri avranno tre anni per recepirla e per conformare la propria legislazione nazionale per includere le nuove norme. Trascorsi due anni dal termine di recepimento, l’obbligo di comunicare informazioni sulle retribuzioni in base al genere ogni tre anni sarà esteso alle imprese con più di 100 dipendenti (inizialmente l’obbligo di comunicazione si applicherà solo alle imprese con almeno 150 dipendenti).

Sitografia

www.consilium.europa.eu

www.dottrinalavoro.it

Cecilia Valente