Fondo salvaguardia imprese al via dal 2 febbraio 2021

Dalle ore 12 del 2 febbraio 2021 potranno essere presentate allo sportello online dedicato le domande di accesso al Fondo salvaguardia imprese, che acquisisce partecipazioni dirette di minoranza nel capitale di rischio di imprese in difficoltà economico-finanziaria.

Fondo salvaguardia imprese. Regole di accesso

Le aziende interessate a candidarsi dovranno proporre un piano di ristrutturazione per garantire la continuità di impresa e salvaguardare l’occupazione, attivando capitali a sostegno dell’attuazione del piano stesso.

La dotazione iniziale del Fondo è pari a 300 milioni di euro. L’obiettivo è trovare soluzioni alle crisi aziendali attraverso nuovi processi di ristrutturazione e fronteggiare le conseguenze del Covid sul tessuto produttivo del Paese.

Invitalia gestisce il Fondo

Anche in questo caso, la gestione della misura è affidata a Invitalia, che effettua l’operazione di investimento unitamente e contestualmente a:

investitori privati indipendenti che apportino almeno il 30% delle risorse previste (nel caso di operazioni a favore di imprese in difficoltà non ai sensi degli orientamenti comunitari);

impresa proponente e/o altri investitori che garantiscano un contributo proprio pari ad almeno il:

a. 25% per le piccole imprese;

b. 40% per le medie imprese;

c. 50% per le grandi imprese (nel caso di operazioni a favore di imprese in difficoltà ai sensi degli orientamenti comunitari).

L’intervento complessivo per ogni singola operazione non potrà superare i 10 milioni di euro.

5 gli anni di durata della partecipazione al Fondo, con condizioni per l’exit definite già nell’operazione di investimento.

Le imprese che intendono richiedere l’accesso al Fondo salvaguardia imprese devono aver prioritariamente avviato un confronto presso la struttura per la crisi d’impresa del MiSE soddisfacendo, inoltre, almeno una delle seguenti condizioni:

essere titolari di marchi storici di interesse nazionale;

essere società di capitali con numero di dipendenti superiore a 250;

detenere beni e rapporti di rilevanza strategica per l’interesse nazionale, indipendentemente dal numero degli occupati.

Fonte: MiSE