Consulenti: PMI e lavoro autonomo al centro della crisi
I Consulenti del Lavoro davano, a fine dicembre 2020, la notizia (in un comunicato stampa) sul rischio che più del 10 per cento dei posti di lavoro nelle Piccole e Medie Imprese (PMI) salti.
Il dato percentuale risulta dal rapporto di monitoraggio della crisi da Covid-19, della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
Va letto aggiungendovi la medesima possibile circostanza per il lavoro autonomo, che per i CdL subirà una contrazione pari a -14%.
Solo nel 2022 si potrà uscire dalla crisi.
Il comunicato stampa del 28.12.2020 contrappone la migliorata fiducia sul futuro della ripresa economica allo scenario critico sull’occupazione.
Pur rinviato, lo sblocco dei licenziamenti porterà, dunque, per i Consulenti del Lavoro, alla perdita complessiva di più del 10% dei posti di lavoro delle PMI da inizio 2020.
Situazione più preoccupante vivrà il lavoro autonomo, dove “l’urto della crisi sembra aver inciso fino ad oggi in maniera più incisiva.”.
Consulenti: il lavoro autonomo potrebbe contrarsi fino al 14%
La previsione su tale comparto è che arrivi a perdere “fino al 14% della base occupazionale per effetto della pandemia”. Emerge proprio dal
Secondo Rapporto di monitoraggio sulla crisi da Covid-19 elaborato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, partendo “dalle risposte di una base di oltre 3mila iscritti all’Ordine, che dall’inizio dell’emergenza stanno assistendo imprese per lo più di medie e piccole dimensioni e lavoratori nelle loro attività, a partire dal supporto nell’accesso agli strumenti di sostegno al reddito.”.
Condotto a due mesi dal primo, il secondo monitoraggio fa emergere, in particolare:
che le PMI torneranno a livelli di fatturato precisi entro il 2022;
che l’organico delle PMI potrebbe contrarsi in media dell’11,7%.
Sul fronte del lavoro autonomo (imprenditori, artigiani, commercianti, professionisti e partite Iva) la stima è ancor più seria: “la riduzione
media delle attività in proprio prodotta dalla pandemia sarà del 14,6%, mentre ad ottobre il dato si collocava al 13,6%.”.
Durante il 2021 le aziende dovranno anzitutto recuperare e innalzare i livelli di produttività e ricostruire un clima di lavoro sereno all’interno
delle strutture.
Questo pensa oltre la metà degli interpellati.
Un terzo, altrettanto centrale, obiettivo è “la riorganizzazione interna dei processi lavorativi” che “rivestirà un ruolo importante
nell’orientare le strategie aziendali sulle risorse umane (51,9%).”.
Tenendo in debita considerazione l’aspetto legato alle Risorse Umane.