Spagna. Facili le assunzioni indeterminate, facili i licenziamenti

In Spagna, le assunzioni a tempo indeterminato sono cresciute. In Spagna, i licenziamenti sono più facili.

Il modello occupazionale iberico – lontano dall’essere un virtuoso esempio di stabilità per i Consulenti del Lavoro – è sotto analisi della Fondazione Studi, in particolare per la riforma del lavoro adottata in Spagna – definita dal Real Decreto-ley n. 32/2021 – che ha portato ad un aumento delle assunzioni a tempo indeterminato in virtù dell’introduzione di un’unica tipologia di contratto a termine (con una causalità stringente e circoscritta) e di un minore impatto delle indennità di licenziamento sull’impresa rispetto alla nostra realtà.

In Spagna le aziende possono licenziare legittimamente nei casi “oggettivi” previsti dall’ex art. 52 dello Statuto dei lavoratori o, in ipotesi di licenziamento disciplinare, di cui all’art. 54. In quest’ultima ipotesi non è previsto il pagamento di alcuna indennità.

La Spagna e il confronto con l’Italia

Secondo la legislazione spagnola, in assenza di un valido motivo, il licenziamento si considera “improcedente” e l’azienda deve pagare al lavoratore una sanzione equivalente a soli 33 giorni di salario per ogni anno di anzianità lavorativa, per un massimo di 24 mesi.

In Italia non è così: il giudice può stabilire la reintegra del dipendente e il versamento, in capo al datore di lavoro, di un’indennità variabile tra 6 e 12 mensilità o tra 12 e 24 mensilità, a titolo di risarcimento, oltre al riconoscimento del TFR.

Altre tipologie di licenziamento previste dal modello spagnolo

Cause economiche o ristrutturazione dell’impresa consentono il licenziamento del lavoratore. In tal caso, al dipendente licenziato viene corrisposta un’indennità pari a 20 giorni per ogni anno di servizio, fino a un massimo di 12 mesi.

Tutele e garanzie per i lavoratori, dunque, non sono sfera cui l’ordinamento iberico dà riconoscimento come quello peninsulare.

“La precarietà del mercato del lavoro spagnolo si nasconde nella facilità con la quale si può procedere al licenziamento, anche illegittimo, dei lavoratori, eludendo, di conseguenza, i loro diritti. Un modello degno di attenzione, ma per nulla innovativo”, sentenziano i Consulenti.

Sitografia

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