Descrizione
Introduzione
Torna centrale, nel dibattito politico italiano, il settore dello spettacolo.
Undici anni fa, il Parlamento europeo richiamava l’attenzione dei legislatori degli Stati membri sull’importanza di tutelarne i lavoratori.
Lo scossone del lockdown di marzo 2020 ha costretto il settore culturale a fermarsi. Allora, dal «position paper» si avviava la riflessione che il mondo dello spettacolo, poggiando su basi destrutturate e logore, non avrebbe potuto reggere (non ha retto) lo stop forzato.
Ci vuole un sistema nuovo; l’attuale è fatto di misure emergenziali, mentre da sempre non è strutturato o è caratterizzato da prestazioni strutturalmente discontinue. Gli aspetti regolatori della materia dovranno edificare sulle esigenze dei lavoratori per poi sostenere i luoghi diffusi della cultura dove, cioè, «nasce l’educazione alla cultura».
Dai propositi normativi spunta il disegno di legge di riforma del settore dello spettacolo approvato dal Consiglio dei Ministri n. 23 del vicino 10 giugno 2021 che, nelle parole dei ministri della Cultura e del Lavoro, «completerà (…) l’opera avviata con il decreto legge Sostegni bis per un nuovo sistema di welfare in favore del mondo dello spettacolo e aprirà contestualmente a una importante stagione di riforme».